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La regina dei castelli di carta

di Lucia Falzari - 1/2/2009

Doveva arrivare anche questo momento, il congedo da Stieg Larsson. Da Kalle Dannatissimo Blomkvist e soprattutto da Lisbeth Salander e tutti gli altri.

Pare che, di quando in quando durante la stesura dei romanzi, Larsson se ne uscisse rivolgendosi alla propria compagna con un "Non indovinerai mai cosa ha fatto Lisbeth Salander stavolta". E se in Uomini che odiano le donne la narrazione era più incentrata sul protagonista maschile, nell'arco dei tre romanzi l'attenzione si è andata concentrando attorno alla figura della giovane hacker. Sicuramente la figura più interessante della trilogia.

Non roviniamo la sorpresa a nessuno svelando che stavolta Lisbeth è bloccata in un letto di ospedale. Ogni singolo movimento, ogni piccolo gesto che riesce a strappare all'immobilità forzata è un morso feroce che ci fa sentire tutta la fatica del gesto. E' la forza delle donne portata allo stremo.

Per chi non avesse letto i due precedenti volumi, l'inizio del romanzo potrebbe essere un po' faticoso, perché riprende esattamente dove l'avevamo chiuso l'ultima pagina de La ragazza che giocava con il fuoco, salvo fornire alcuni rapidi cenni per spiegare come mai Lisbeth sia lì, come mai detesti tanto Blomkvist e altri dettagli sulle varie relazioni tra i personaggi; insomma, lo stretto (molto stretto) indispensabile per permettere anche a chi si fosse incuriosito alla "Millennium Trilogy" soltanto a partire da questo libro di orientarsi nella trama .

Alcune lunghe digressioni sulle reti di potere connesse ai servizi segreti sono sicuramente retaggio del lavoro fatto da Larsson durante anni di indagini personali (era considerato in ciò un vero esperto) e rendono la lettura un po' pesante, almeno all'inizio, ma dopo un po' il ritmo prende il sopravvento e non si può fare a meno che ricominciare a divorare una pagina dietro l'altra.

Senza dubbio le ultime righe ci lasciano un sapore più compiuto rispetto al finale del secondo libro, ma l'idea che nella mente dell'autore questa non dovesse essere una trilogia, bensì una serie molto più lunga di volumi, dà un po' di amarezza.

L'intreccio delle sorti (uno dei personaggi del libro muore esattamente come è morto Larsson) e le voci su un fantomatico quarto manoscritto già pronto nel cassetto alimentano per ora l'alone di mistero intorno alla saga. Almeno per un po' dovremo accontentarci di questo per prolungare il sapore della suspence di questi romanzi.

 

S. Larsson, La regina dei castelli di carta
Marsilio, collana Farfalle, Venezia 2009

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