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Uomini che odiano le donne di Lucia Falzari - 10/11/2008 Un titolo che cerca un po’ l’effetto non sempre ritrova nelle pagine che lo seguono una corrispondenza (vedi il già recensito La solitudine dei numeri primi), ma il primo volume della Millennium Trilogy che Stieg Larsson ci ha lasciato mantiene una promessa. La trama è quella di un giallo ben architettato e ben scritto, capace di tenere il lettore incollato e invischiato nella vicenda per ore senza accorgersene. E in effetti viene sicuramente da domandarsi chi siano questi “uomini che odiano le donne”, ma la necessità che nasce e prende il sopravvento durante la lettura è quella di capire fino a che punto possano odiarle e come questo odio si manifesti. Non si può tralasciare il fatto che si tratti di uno dei sentimenti più forti e crudi; è rovente ed estremo, non transige. Ed è devastante tanto per chi lo prova quanto per chi ne è oggetto. “Il dolore fu così immediato e lancinante che […] si fermò nel bel mezzo di un passo, incapace di muoversi.” Il perché di tutto ciò non è dato sapersi: talora follia pura, talora semplicemente la natura di alcuni uomini. O forse un misto delle due cose. Sta di fatto che alla fine pochi potranno esimersi dal domandarsi quale sia la forma più comune che l’odio assume: quella più gretta e immediatamente fisica oppure quella più raffinata e sottile della mente… che poi frusta lo stomaco lo stesso, ma da dentro. In tutto ciò lo stile di Larsson ci è parso efficace: pur in una prevedibile nordica freddezza, a tratti pare di leggere stando comodamente seduti in poltrona sorseggiando una tazza di tè con biscottini al fiele.
S. Larsson, Uomini che
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