film

 

Uomini che odiano le donne - Il film

di Ilaria Scala - 28/6/2009

Recensione per chi non ha letto il libro

Uomini che odiano le donne è un film duro, teso, un film che non fa sconti e non concede respiro né sprazzi di speranza.

L'ambientazione è cupa, come si addice ad una Svezia quasi sempre notturna e invernale, teatro di efferati delitti e violenza gratuita contro lo donne.

Al centro della storia, un reporter in disgrazia e una giovane hacker asociale e un po' teppista, incaricati di indagare sulla scomparsa di una sedicenne avvenuta 40 anni prima: suo nonno, capostipite di una dinastia corrotta, non se ne dà pace, ed è sicuro che sia stata assassinata da un membro della famiglia.

Non mancano i colpi di scena, le false piste, perfino i binari morti: molti spunti restano aperti nell'attesa dei film successivi della trilogia tratta dagli omonimi romanzi di Stieg Larsson (La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta).

Il film non può non avervi incuriosito: che aspettate a leggerli?

Recensione per chi ha letto il libro (si astengano tutti gli altri)

Un compitino ben fatto, non c'è che dire. Una Lisbeth ben scelta (ma come riprodurre sullo schermo con una sola faccia e un solo corpo la molteplicità di ritratti e sfumature che un personaggio così forte aveva suscitato nell'immaginazione dei lettori?); un Mikael rispettoso dell'originale ma non perfetto (ci voleva più gigione, più trasandato, più irresponsabile e irreprensibile); una scenografia impeccabile: esattamente fedele alle descrizioni di Larsson la città, l'isola, le case dei protagonisti, il loro abbigliamento. Discretamente fedele la sceneggiatura, a parte alcune semplificazioni ed accelerazioni, e l'eliminazione di alcuni dettagli.

Uomini che odiano le donne è dunque un film riuscito, dopo tutto, che del romanzo sa riprodurre la carica emotiva ma non - e qui sta il suo difetto - la complessità e la ricchezza del racconto sociale, dell'affresco di personalità, né quel fascino per il dettaglio che ha tenuto milioni di lettori incollati alle quasi 3000 pagine dei tre romanzi, quasi che ogni parola fosse incatenata alla successiva.

Della promiscuità sessuale di Mikael nemmeno l'ombra: del suo rapporto con Erika non si fa cenno, e le altre donne che incontra - a parte Lisbeth - non le sfiora nemmeno (il che fa supporre che la sua storia con la protagonista possa diventare possibile e reale... niente di più infedele al romanzo).

Millennium - la rivista, la redazione, i giornalisti e la loro missione - restano sullo sfondo, ridotti ad un paio di scene buie da giornaletto studentesco o clandestino.

Mancano anche le notazioni di costume che rendono il libro tanto "gustoso": i panini, i toast, le bevande, i bar, i caffè (lunghi) che i protagonisti consumano ad ogni ora del giorno e della notte.

Va reso onore al regista per non aver fatto un prodotto 'hollywoodiano', bensì per aver mantenuto la crudezza e ruvidezza dell'originale, senza cedere alla tentazione dei finali consolatori, delle risoluzioni moraleggianti e della rarefazione e 'nobilitazione fotografica' della violenza. Anzi, qui la ruvidezza si riscontra anche nella fotografia: l'immagine è spesso sporca quasi quanto ciò che contiene.

 

 

Uomini che odiano le donne [Män som hatar kvinnor], di N. A. Oplev
con M. Nyqvist, N. Rapace, L. Endre, S. B. Taube, P. Haber, P. Andersson
Svezia-Danimarca 2009

Tutti i film