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Cartoline da Marrakech - Gli odori e i motori

di Ilaria Scala - 31/8/2008

Primo giorno - Gli odori e i motori

Secondo giorno - Le regole del gioco del suk

Terzo giorno - La cura e la bellezza

Quarto giorno - Addio all'oasi... o al miraggio

5 agosto, primo giorno a Marrakech.

Il caldo è insopportabile, al mattino il sole brucia la pelle attraverso qualsiasi tessuto, al pomeriggio l’afa crea una cappa di nuvole basse che stringono la città come in una morsa, rendendola cupa e soffocante. L’aria è pervasa da mille odori, e non tutti

Cavalli a p.zza Djema El-Fna - Foto I. Scala

gradevoli. L’odore dei cavalli marocchini che accompagnano i turisti in carrozzella. L’odore della pelle della conceria, trasformata in babbucce di mille fogge e colori, in pouff da riempire di giornali, in borse ed altre suppellettili. L’odore delle spezie che insaporiscono e conservano i cibi: lo zafferano, il cumino, la cannella. L’odore della menta per scacciare gli altri odori, e da bere nel tè bollente. L’odore del sudore delle persone che si riversano a migliaia, ogni pomeriggio, nella piazza Djema-el-Fna: acrobati e incantatori di serpenti, mercanti, faccendieri, cittadini, turisti, ognuno a reclamare il suo centimetro quadrato di pavimento, ognuno a percorrere un percorso intersecato agli altri, che visti dall’alto sembrano formiche.

Non si può vivere in una città in cui il codice della strada è un’opinione, e un’opinione talmente mutevole che non vi è distinzione tra gli spazi riservati ai pedoni e quelli destinati a motorini biciclette automobili carretti trainati da muli. I motorini sono i più pericolosi: spuntano da ogni angolo alle tue spalle, con il rumore delle marmitte di 20 anni fa, cavalcati da due o tre marocchini per volta, le donne con il velo in testa e sulla faccia e i sandali di foggia europea, gli uomini con i caftani e il cappuccio, le babbucce calzate sui calzini da tennis.

 

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