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Lavorare assieme è possibile di Lucia Falzari - 25/4/2006 Caro Alessandro, Questi (attento: a sinistra come a destra, intendo) sono omuncoli, assolutamente incapaci di una politica "alta". Scordiamocela. Anche perché la terra è bassa, e lavorare seriamente è come fare i contadini: tocca stare con la schiena china, e saperlo fare. Sono persone che pur di non tornarsene a casa - perché non sanno più fare un mestiere normale? - passano da un partito all'altro, pur di restare a Roma. Politica "alta" sarebbe stata contemplare davvero l'ipotesi di fare delle riforme serie. I numeri stavolta c'erano davvero e l'impopolarità necessaria di alcuni provvedimenti avrebbe finito con il non danneggiare nessuno (laddove per "danneggiamento" i politici ormai intendono primariamente ed unicamente la perdita di voti) qualora avessero inteso lavorare assieme. Lo sostenevo intimamente prima del voto e continuo a farlo. Lavorare assieme come facciamo noi. E' questo che mi stupisce, o più che altro mi schifa: lo facciamo noi, lavoriamo gomito a gomito, troviamo continuamente soluzioni e compromessi che riescono bene o male a farci andare avanti nel cammino quotidiano. Ci sono delle cose che tutti riteniamo imprescindibili, eppure sappiamo di avere un voto politico differente. Ma non credo che ce ne freghi molto all'atto pratico. Non mi sento affatto di aver vinto, e non perché il centro-destra abbia perso. Semplicemente perché da nessuno - ma proprio nessuno - dei candidati mi sentivo rappresentata. Questa è la sconfitta più grande.
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