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Commozione sottovoce di Ilaria Scala - 5/8/2009 E' il primo film drammatico di Luca Lucini, regista che sembra sempre un esordiente, ma ha già girato alcuni piccoli film godibili e senza pretese (ABC Amore Bugie e Calcetto, L'uomo perfetto, ma anche - ahimè - Tre metri sopra il cielo). Si intitola Solo un padre, ed è la storia di un giovane padre vedovo (la moglie Claudia Pandolfi è già morta di parto prima dell'inizio del film), che cresce la figlia affrontando da solo le classiche 'fatiche' della vita con un neonato: le notti in bianco, la scarsa vita sociale, la difficoltà di conciliare l'impegno di genitore con il lavoro. Lo aiuta e lo consola un coro di vivaci personaggi di contorno: i genitori, gli amici-soci-colleghi, le amiche che vorrebbero 'accasarlo', e sopratutto una vicina conosciuta per caso, straniera e originale. Luca Argentero nei panni del protagonista è bravo a tratteggiare il disorientamento di una vita in bilico tra la pienezza e l'amore (per la figlia) e la depressione della solitudine. La giovane Diane Fleri conferma la recitazione sensibile e delicata che già avevamo apprezzato in Mio fratello è figlio unico. Il film nel complesso, pur senza essere indimenticabile, ha il pregio di commuovere sottovoce, senza retorica né eccessi drammatici, e con un colpo di scena emotivo che ne accentua il realismo e la malinconia di fondo.
Solo un padre, di L.
Lucini |