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Rullino i tamburi

di Armando Cereoli - 21/4/2005

Chi della redazione di Parolae mi conosce sa qual è la mia più grande passione, e quindi mi perdonerà se ancora una volta racconterò di un film sicuramente mediocre, ma che parla di qualcosa che mi appartiene.
A chi non mi conosce, per meglio leggere queste mie parole, faccio sapere che quando non sono chino sulla tastiera di un computer, sono indegnamente seduto dietro una batteria che subisce paziente gli sfoghi di quella che chiamare passione è riduttivo. Avrò di certo modo, previo consenso della nostra "capa", di parlare ulteriormente di questo mio amore in qualche altra sortita.

Vi basti, intanto, esserne informati, perchè solo così potrete capire perchè un giorno sono uscito di casa per affittare un film che racconta la storia di un giovane e talentuoso suonatore di tamburo (ehm, chiamasi rullante) e della sua consacrazione in una di quelle grandiose marching band che suonano alle partite di football americano.

A dire il vero, il protagonista del film non è né il fenomenale pischello né il suo rullante, per quanto onnipresente; piuttosto ciò che si propone come vero protagonista della pellicola è il mondo musicale delle marching band, unica valida espressione della cultura stelle e strisce che ci sfugge e che non abbiamo mai fatto nostra. Il nostro concetto di banda marciante è più legato alle fanfare paesane o agli ensemble più o meno pregiati delle varie polizie o corpi dell'esercito. Mentre negli Usa è un fenomeno di massa, fatto di tifo e platee immense, che dà luogo ad autentiche sfide che per impatto sonoro e coreografico mettono in scena uno spettacolo grandioso.

Drumline ci mostra dunque questo mondo che, sono certo, molti troveranno sorprendente. E chi ha un minimo di ritmo nel sangue non potrà non divertirsi ascoltando le cadenze che imperversano lungo tutto il film. Poco importa che spesso siano di sapore militaresco...

La storiella che di prepotenza è stata cucita su questa sorta di documentario la si può archiviare dopo i primi venti minuti di film, tanto poca è la convinzione con cui la regia la segue. Il vero talento, e forse anche il vero interesse del regista esce fuori nei mo(vi)menti musicali. E allora è un sapiente montaggio di panoramiche volanti, di carrellate ardite tra le fila della band in movimento, di prospettive in cui decine di avambracci si muovono all'unisono, di primi piani sulle tesissime pelli dei rullanti incalzate da paradiddles, flams, colpi doppi, tripli e ghost notes.

Insomma, uno come me non poteva non divertirsi, ma ho la presunzione di ritenere che anche chi non è dello strumento potrà trovare piacevole questo film, a patto che sganci il proprio giudizio dalla storia e dalle convenzioni per concentrarlo su tutto il resto.

Mi si consenta, per concludere, di ringraziare nuovamente il noleggio Video Video di Circ.ne Ostiense 153/a, per avermi nuovamente stupito, come fu già per il Plata Quemada da me recensito su queste pagine web; e per ultimo lasciatemi riportare un link sull'argomento marching band. Magari, prima di decidere se reperire questo film, potrebbe valere un clic...
 

C. Stone III, Drumline
USA 2004

Per il sito Drum Corps International: www.dci.org

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