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Il giardino, il convento, il sogno

di Ilaria Scala - 17/6/2005

Premetto che di teatro capisco poco, e di danza ancor meno.

Per questo avevo esitato ad accettare il gentile invito dell'ufficio stampa di Balletto '90 ad assistere allo spettacolo Il Giardino Segreto.

Per il timore di non saper capire.

Chissą quale puņ essere la chiave di lettura di un balletto contemporaneo che si svolge in un teatro ricavato da una cripta medievale, in un angolo di P.zza San Giovanni, sotto la facciata imponente della Basilica e il cielo stellato dopo il diluvio.

foto di A. Perrone

Cinque danzatrici in abiti neo-pauperistici (un'ampia gonna color crema di cotone sgualcito; una giacca grigia e informe, di taglio maschile) snodano i loro corpi quasi a fonderli con l'aria. La scena puņ essere un giardino (quello segreto del titolo?), il chiostro di un convento, il cortile di un carcere, un sogno. Le cinque ragazze danzano al ritmo del fado, scivolano sulle pareti e sul pavimento, imparano a conoscersi e a giocare.

Poi, quattro ballerini le sostituiscono sul palco, vestiti in shorts e felpa nera senza maniche, intrecciando passi di danza classica ad una musica elettronica eseguita dal vivo. Suoni tecnologici, distorti, con il ritmo in primo piano e l'eco di una melodia in sottofondo. La scena puņ essere una piazza di periferia, un sotterraneo di metropolitana, le quinte di un teatro dell'opera, un set cinematografico. I ballerini volano alto, le braccia e le gambe tese nell'aria.

Ma c'č davvero qualcosa da capire?

Forse c'č soltanto l'incanto, la fascinazione, la grazia e l'armonia.

E tutto quello che ciascuno di noi ha voglia di leggerci dentro.

 

Il Giardino Segreto
Balletto '90
, di P. Catalani
coreografie di A. Pasculli e V. di Rocco,
Roma, dal 14 al 19 giugno 2005, Teatro Sala Uno
P.zza Porta San Giovanni, 10

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