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Il Movimento del Dare

di Lucia Falzari - 9/12/2008

La novità di un disco di inediti dopo sette anni fa sobbalzare. Dopo alcuni live (con e senza compagni di viaggio) e un'escursione in Brasile da cui è tornata con un bottino di cover che non abbiamo trovato entusiasmanti, ecco che invece Fiorella Mannoia ci è parsa tornare ai fasti di un tempo. Non è un miracolo perché si tratta di una combinazione di testi/musica/voce che da lei era possibile ascoltare. E' piuttosto un bel lavoro in cui spiccano, su un giaciglio di canzoni, alcune chicche che sicuramente resteranno. L'immagine di copertina rende meglio di tante parole quello che intendiamo anche in questo: una corona di pezzi sono un po' come le mani che schiudendosi ci fanno dono di alcune rose davvero apprezzabili. Da Ivano Fossati è arrivata 'La bella strada': un pezzo idealmente ben congiunto al suo ultimo disco Musica moderna (e nel cui testo troviamo una delle frasi più semplicemente belle "Le parole d'amore non dette - che spreco!- ci vuole il coraggio di dirle". Schietto e diretto: così si fa!). Franco Battiato ha portato e cantato il brano che dà titolo all'album: è anche grazie a pezzi così che riusciamo a perdonargli cose come 'Ferro battuto': è tornato all'epoca de 'La Cura'. Altri due passi molto godibili sono quelli dei brani di Tiziano Ferro e di Jovanotti, alle cui musicalità il canto della Mannoia aderisce insospettabilmente bene. Un po' complesso 'Fino a che non finisce', un pezzo di Bungaro molto arrovellato su se stesso... forse un po' troppo! Ma a quello ci piace affiancare per contrasto la 'Primavera' ritmata, tagliente e azzeccata di Piero Fabrizi.

Il pezzo di apertura - firmato Ligabue e accostato da molti a 'Quello che le donne non dicono' - l'abbiamo trovato un po' sopravvalutato, ma comunque preferibile a quello donato da Pino Daniele ('Capelli rossi'), di cui forse si poteva anche fare a meno.

Nel complesso, un lavoro ben confezionato e che dà soddisfazione all’orecchio, ben venga, in un mare che ultimamente ci ha fornito perle povere: tanti muscoli giovani da dimenticare e veterani in fase di autocompiacimento. Questo di Fiorella ci è parso un frutto maturo che va raccolto e gustato. Succoso e saporito.
 

F. Mannoia, Il Movimento del dare
Sony-BMG, 2008

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