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Canzoni sfuse

di Beppe Giuliano - 4/12/2007

«Ora tutto è slegato, - dice Lucia in Un disco al giorno - rendendo ancor più oggetto di consumo puro ogni singolo pezzo. E' un po' come sorseggiare un ottimo Nobile d'annata e sentirne soltanto la componente alcolica: una botta per le papille lì per lì, ma se non si sente nulla della struttura, del sapore e della consistenza... non lo si può capire.»

Per me che sono letteralmente cresciuto a ellepì, figuriamoci, “l'ormai acclarato passaggio al formato mp3”, l’ipod, e nel loro piccolo anche le playlist di Sofri-quello-giovane, han segnato un cambiamento mica da ridere dell’ascolto.

Ancora non mi ero del tutto abituato a non alzarmi alla fine del lato-a per girare il disco, ed ecco che mi ritrovo a sentire musica proposta da itunes, che esce dal computer in modo casuale, spesso anche con un bell’effetto spiazzante.

Poco fa, per dire, son bruscamente passato da Eskimo di Guccini a A Common Disaster dei Cowboy Junkies.

(Cheppoi ha anche un senso, volendo proprio trovarglielo, dato che Guccini mi fa in automatico pensare a una vecchia storia d’amore, e A Common Disaster... la commenta alla perfezione).

Certo, così ho riscoperto le “canzoni sfuse”. Quelle canzoni venute da chissà dove, che abbiamo molto ascoltato prima del ritorno al nulla del loro autore. All’epoca, magari, avevamo comperato l’ellepì per loro, e poi ascoltavamo solo quelle canzoni lì (adesso ci procuriamo l’emmepitre e il resto dell’ellepì non lo sentirà mai nessuno).

 

Ho provato a farne un elenco, di canzoni sfuse, che non può non aprirsi con:

Baker Street di Gerry Rafferty e Year of the Cat di Al Stewart. Insomma, quante milioni di copie hanno venduto queste due, sommate? Quali altre canzoni di uno o dell’altro vi ricordate? Quanti hanno comperato i due ellepì (inutili) che le contenevano? E, per i miei coetanei: quanti di voi hanno baciato per la prima volta una ragazza con il sottofondo di una o dell’altra canzone? (Year of the Cat, per me, per la cronaca).

I’m Not In Love dei 10cc. Uno dei (molti) esempi di perfetto singolo britpop. Prende il posto da A Whiter Shade Of Pale dei Procol Harum perché questi ultimi (per loro sfortuna, dato che il fatto gli impedisce di essere elencati qui) poi fecero pure Homburg; cioè, rispettivamente, Senza luce dei Dik Dik e L’ora dell’amore dei Camaleonti, se vi sfuggisse di che sto parlando (dovrò occuparmi delle versioni italiane fatte dai gruppi beat negli anni Sessanta, prima o poi).

Il che mi serve anche per elencare:

Blackberry Way dei Move. Cioè Tutta mia la città dell’Equipe 84, il più grande dei nostri gruppi beat. L’originale è giudicato una cupa risposta a Penny Lane. Lo scrisse Roy Wood, che poi compì il crimine di fondare gli ELO.

Goody Two Shoes di Adam Ant. Adesso la chiamano “sindrome bipolare” (adesso il mio cane è “meticcio” e quando lo definisco “un bastardone” tutti mi guardano male). Quando questa canzonetta andava in radio, lui semplicemente sembrava uno un po’ fuori (con quell’abbigliamento da grande-capo-sioux-a-londra).

Sex & Drugs & Rock & Roll di Ian Dury. Più che una canzone uno slogan. La sua voce, peraltro, era davvero inquietante.

I Don’t Like Mondays dei Boomtown Rats. Poi il loro cantante ha deciso di salvare l’Africa. Sull’esito di questa impegnativa iniziativa la giuria deve ancora pronunciarsi...

I Fought The Law di Bobby Fuller Four... and the law won. Poco dopo il grande successo della canzone, il ventitreenne Bobby Fuller lo trovarono morto in un’automobile parcheggiata nei pressi di casa sua, con molteplici ferite e cosparso di benzina. La polizia decretò si trattasse di suicidio, una versione su cui molti nutrono (ragionevoli) dubbi.

Lady Marmalade di Labelle. Voulez-vous coucher avec moi (ce soir)?

Solid di Ashford & Simpson. Anche se resta sconsigliato lavorare con il coniuge (le ragioni sono ben note), con loro ha invece funzionato, come dimostra la tonnellata di canzoni di successo scritte (e portate al successo da altri: da Ain't No Mountain High Enough a Destination: Anywhere). Solid è un 45 che mi son comperato di nascosto dai miei amici, che non m’avrebbero perdonato la passione per una canzoncina pop/arenbì, all’epoca.

Hazy Shades of Winter delle Bangles. Pictures of Lily è una canzone di Pete Townshend (chi altri?), incisa dagli Who nel ’67. Il padre del protagonista risolve l’insonnia del figlio adolescente dandogli la fotografia dell’avvenente Lily (sì, il figlio si calma proprio come state pensando). Ehm... ecco spiegato il ruolo delle girl-band dell’inizio degli anni Ottanta (anche le Go-Go’s andavano molto, all’epoca, e poco prima Blondie, naturalmente). La canzone è un gioiellino poco noto di Paul Simon.

You’re So Vain di Carly Simon e I’m Easy di Keith Carradine. No, non è lui il “so vain” della canzone di lei. E no, non è a lei che lui la canta in Nashville...

Wicked Game di Chris Isaak. Da qui all’eternità, ennesima rilettura. La lei del video è una supermodel, e Isaak in canotta sembra passarsela niente male.

Goodnight Moon degli Shivaree. La canzone è ‘Wicked Game vol.2'. Uma Thurman nei titoli di coda di Kill Bill vol.2, con Goodnight Moon in sottofondo, è quanto di più simile a una dea si sia visto al cinema da parecchio tempo in qua.

Maybe di Emma Bunton. La canzoncina è davvero piacevole (potrebbe essere un lato-b di un singolo dei Matt Bianco). E il video optical è buono per tre minuti di buonumore pop.

All Right Now dei Free e Born To Be Wild degli Steppenwolf. I truci rocchettoni da motocicletta, capello lungo/unto e giacche con le frange. Wikipedia cita una quindicina di film e telefilm in cui si suona All Right Now e sette film (ma saranno molti di più, sicuro) nella cui colonna sonora compare Born To Be Wild, da Easy Rider a Herbie - Il super maggiolino...

All The Young Dudes dei Mott the Hoople e (Come Up And See Me) Make Me Smile di Steve Harley e i Cockney Rebel. E all’inizio degli anni Settanta andavano le scarpe con le zeppe, i vestiti sgargianti, i capelli cotonati... Davvero!

Smalltown Boy dei Bronski Beat e Do You Really Want To Hurt Me dei Culture Club. Le accosto proprio perché sono non-politically correct, oggi. I video meritano di essere riguardati, su youtube, per un sano: “mioddio, i favolosi (ehm) anni Ottanta?!?!?”

All of My Senses di Grant Hart. Una canzoncina ipnotica, che se inizio a sentirla la riascolto di continuo (e pensare che vivo benissimo da più di quarant’anni senza dover sentire gli Hüsker Dü, di cui Hart era il batterista).

In The Summertime dei Mungo Jerry. Non so, forse è una mia idea, un distorto “mi sembra di ricordare che ero bambino e...”, ma mi sembra di ricordare che ero bambino e guardavamo Sanremo in tivù e a un certo punto il palco fu invaso da qualche decina di strani tipi che suonavano l’asse per lavare e cantavano questa ridicola canzonetta skiffle.

Bad, Bad Leroy Brown di Jim Croce. “Più bastardo di un cane da sfasciacarrozze” è un paragone mica male (raccontava lui che, quando guidava auto che si scassavano sempre e cercava dagli sfasciacarrozze pezzi di ricambio a poco prezzo, incappava sempre in cani legati a falciaerba o altri pesanti oggetti che li rallentavano, dandogli almeno una discreta chance di scappar via). Buon, buon Jim Croce, troppo sfortunato!

Walking In Memphis di Marc Cohn. Tre informazioni inutili: 1) la canzone non è di Bruce, sebbene lo pensino molti Americani; 2) quando Cher andò in testa alle classifiche con la sua versione, divenne la più vecchia cantante con un numero uno in classifica (e anche la più sintetica, immagino); 3) a Marc Cohn gli hanno sparato alla testa, nel 2005, per rubargli l’automobile, ma per fortuna s’è salvato.

Long Tall Glasses di Leo Sayer. Che poi, cosa non si deve fare per vivere, Leo è finito incornato dalla compagna della vita e da un ragazzotto che, insieme a lui, era fra i concorrenti del Grande-fratello-vip-versione-inglese, e ha “lasciato la casa” come un baccini... La canzonetta (di questo si tratta) m’è rimasta nelle orecchie da bambino.

Sunny di Robert Mitchum. C’è in giro un cd tutto di cover di Sunny, sedici; Sunny l’ha scritta un Bobby Hebb, e ne han fatte più di cento versioni. Io scelgo, fra tutte, come la canta il grande Robert Mitchum (una faccia che se non inventavano il cinemascope andava sprecata).

Under The Milky Way dei Church. Come dicevo, all’epoca, magari, avevamo comperato l’ellepì per via di una sola canzone... Solo che io, dei Church, ho comperato l’ellepì successivo, davvero, e non ce n’era neanche una che meritasse... (Vendo ellepì dei Church quasi mai ascoltato. Quello dopo l’ellepì con dentro Under The Milky Way. Si accettano offerte anche modeste.)

’74-’75 dei Connells. Tutte le volte che vedo il video so, con precisione, in che momento mi commuoverò.

The Future’s So Bright I Gotta Wear Shades dei Timbuk3. Anche solo per il titolo...

Big Sur dei Thrills. Loro sono iralndesi, in vacanza in California, appassionati di Neil Young e dei Beach Boys. E hanno scritto una canzone da decapottabile, infatti. Per poi sparire su qualche spiaggia.

Wuthering Heights di Kate Bush e Bette Davis' Eyes di Kim Carnes. L’equivalente femminile delle iniziali Baker Street e Year of the Cat, perfette dunque per chiuderla qui, se non fosse per...

Time of the Season degli Zombies. Una delle canzoni più belle venute dall’Inghilterra nel 1967 (dall’eden nell’anno in assoluto migliore, eh!). Un gruppo che si chiama(va) Zombies simboleggia il destino di molti dei protagonisti di queste “canzoni sfuse”. Infatti incisero un disco bellissimo che non si filò nessuno, si sciolsero, e la canzone andò postuma al numero uno. In Italia, per tornare ai nostri gruppi beat, la incisero i torinesi Templari come La luce ma per un inconveniente il singolo non venne mai pubblicato. Degno epilogo.

 

Playlist è un libro del 2006 di Luca Sofri (RCS libri).
Ha un blog morto qui: http://www.autori.diablogando.it/main.php?blogid=16 

Itunes è un software per ascoltare la musica parecchio diffuso http://www.apple.com/it/itunes/ 

Come ogni studente di oggi, ho trovato la maggior parte delle informazioni su wikipedia http://wikipedia.org/ 

E, come ogni buon impiegato, ho guardato appena ho potuto i video su youtube http://it.youtube.com/ 

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