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Canzoni nate dal silenzio

di Ilaria Scala - 19/10/2005

Ci sono canzoni figlie del silenzio.

Pezzi in cui ogni nota ha un'intenzione precisa, in cui ogni parola è scelta tra mille. Canzoni che squarciano il silenzio come tuoni, e che pretendono la nostra attenzione tesa, il cuore spalancato e il cuore attonito.

Canzoni come quelle di Max Gazzè, che in dieci anni di onorata carriera è riuscito a diventare "stimato", ma non del tutto famoso. Se è un po' famoso, Gazzè, lo è per i suoi sprazzi di ironia stralunata, per le canzoni melodiche e facili, per i video in cui lui si veste da clown e suona l'armonica.

Ma non lo è, non lo sarà mai quanto si merita, per la ricerca e la poesia con cui combina i versi (del fratello Francesco) e la musica.

Citiamone qualcuno a caso.

Uno dei più vecchi e riusciti:

"Per esempio non è vero che poi mi dilungo spesso su un solo argomento."

Sembra niente, ma se un verso così viene ripetuto sette volte di seguito, a chiusura di una canzone, crea lo straniamento più originale della storia della canzone italiana.

Uno dei più ironici (nella stessa canzone):

"Oppure un'imprudente enfatica demenza nel farti le carezze girata dall'altra parte."

Riuscite ad immaginare una scena più comica e triste? Woody Allen nel suo milione di variazioni sul tema è mai riuscito a raggiungere quest'apice di comicità e tristezza?

Alcuni dei più drammatici (per niente comici, questi):

"Il tuo respiro finiva ad imbuto,
e giù sorsi di vino se uscivo un minuto,
però non un fiato…
nessuno ti veda
mangiare nuda del dolce avanzato."

Se Vespa invitasse i suoi più fedeli espertoni (gli psicologi presenzialisti, gli avvocati divorzisti più quotati, i criminologi visionari), non riuscirebbero tutti insieme a dire qualcosa di più vivido e vero sul disfacimento di una coppia.

Al giorno d'oggi non ne escono molte, di canzoni che ti mettono addosso la sensazione di conoscere i loro personaggi, e la voglia di telefonargli per parlarci, per tentare di salvarli.

Canzoni nate dal silenzio, ognuna a suo modo, ognuna unica e diversa da tutte le altre.

Si possono ascoltare tutte di seguito nel ricco doppio con quattro inediti pubblicato prima dell'estate (Raduni - 1995-2005).

Un disco "memorabile", perchè ci fa ripercorrere i dieci anni di carriera di Gazzè e ci propone canzoni divertenti, avanguardiste, surreali, solenni, serissime o assurde, o magari tutte queste cose insieme.

Il che suggerisce l'idea che Gazzè, in questi anni, non si sia accontentato mai.

Ottimo segno.

 

per il sito di Max Gazzè: www.maxgazze.it
per il sito di Francesco Gazzè: www.francescogazze.it

M. Gazzè, Raduni - 1995-2005
Emi Music, 2005

Leggi, invece, la recensione su Nome e cognome di Ligabue

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