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Fine di un'epoca

di Armando Cereoli - 21/12/2005

Sogni dietro una vetrina... lucidi, colorati, multiformi; in una parola, automodellini.

Non saprei dire quanti ne ho avuti né quanto tempo ho passato davanti alla vetrina del giocattolaio a desiderarli. So solo che le automobiline erano la ragione per cui giocavo, non mi interessava altro balocco. Quando ero malato e dovevo fare la puntura, l'unico modo per farmi accettare l'ago sul sederino era lasciarmi intravedere un'automobilina nuova. Qualcuna è ancora conservata a casa dei miei.

La notizia è che proprio sotto questo Natale, nel periodo in cui il giocattolo vede la sua massima consacrazione, una di queste fabbriche di automodellini chiude i battenti, sommersa dai debiti, provata da una cattiva gestione e schiacciata da una concorrenza impossibile da contrastare (i Cinesi, chi altro?).

Si tratta della Bburrago.

 

La fine di una fabbrica di giocattoli nel periodo natalizio sarebbe di per sé tristemente ironica, ma non è la penosa coincidenza a colpirmi.

L'articolo di Altra Economia da cui apprendo la notizia racconta di una fabbrichetta a conduzione familiare nata nel 1974, in Brianza.

E' una storia non del tutto bella quella dei suoi trent'anni di vita, quasi una fiaba senza gesta mitiche né lieto fine che quel bambino, ancora fermo davanti la vetrina, non avrebbe mai voluto leggere.

Si parla di errori di gestione, di mosse sbagliate, si racconta di quando la Ferrari revocò la licenza di riprodurre le sue vetture privando di colpo l'azienda del 30% del suo fatturato; si racconta anche di debiti spaventosi, di licenziamenti e di falso in bilancio.

 

Non ci rendiamo conto di quanto certe immagini della nostra infanzia si conservino intatte nella memoria, fino al momento in cui le ripeschiamo e le rivediamo con gli occhi dell'età adulta. E' un po' come ritrovare dei vecchi dischi che abbiamo amato e rimanere delusi dell'effetto che ci fanno riascoltandoli a distanza di tempo.

Venire a conoscenza di cosa è stata quella fabbrica di sogni, sapere che dietro quelle meraviglie in metallo pressofuso vi sono stati non l'audacia di un manipolo di eroi ma errori e malefatte di persone comuni è stato perdere un altro pezzettino di quella fanciullezza che resta in tutti noi e di cui un po' per volta la vita ci ripulisce.

Mi sono sentito triste e cresciuto...

Forse non c'è più spazio per gli automodellini nei desideri e nei giochi dei bambini di oggi.

Cercando il regalino natalizio per il figlio di un amico ho visto tante meraviglie sofisticate che mi è venuto spontaneo chiedermi cosa proporrò un giorno a un figlio mio. Potrò ancora consegnare nelle sue mani un elegante automodellino e vederlo simulare con cura, come ero solito fare, strabilianti testacoda o salti acrobatici impossibili? Forse no... Quella della Bburrago non è solo la fine di un'azienda, è la fine di un'epoca della nostra vita.

 

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