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Go home walking

di Lucia Falzari - 10/7/2005

7 luglio, dopo una mattina di giri a saldi torno a casa, apro internet e leggo le news.

D'improvviso un sussulto e afferro il cellulare: "Ti prego, dimmi che stai bene".

Confusamente (non mi risponde subito), continuo a divorare le pillole di notizie che arrivano dalla rete. Apro la posta elettronica e mi arriva un messaggio che fa press'a poco così: "I cellulari non funzionano, non so come sia riuscito ad arrivarmi il tuo sms, ma sto bene. Ero già in ufficio quando è scoppiato il casino."

Il secondo pensiero è per Katy, un'altra amica londinese. Le mando direttamente una mail. Mi risponde subito che anche lei sta bene e che c'è una gran confusione, anche loro stanno cercando di capire cosa sia successo; nel frattempo hanno pregato tutti di restare negli uffici finché la situazione non si normalizza. "This evening I think I'll go home walking".

Non voglio dire di avere paura. Non voglio farlo perché significherebbe darla vinta a quelli che ci vogliono in ginocchio. A quelli che ci vogliono tenere in mano usando proprio le nostre paure. Però i secondi che mi hanno divisa dal sapere che persone a cui tengo stanno bene sono lunghi. Sempre.

Quello che è successo a Londra un paio di giorni fa, a Madrid l'anno scorso e giù giù fino al 2001... mi abbandono al sonno della stanchezza che comporta il pensare a cosa stia succedendo, a tutte le storie che s'incrociano ogni giorno e che per una pura coincidenza possono prendere una stessa via.

Ogni tanto - troppo spesso negli ultimi anni - mi torna in mente una vignetta dei Peanuts in cui Charlie Brown, sconsolato, dice "fermate il mondo, voglio scendere".

Magari non è nemmeno una battuta nuova (sicuramente). Però io su questo mondo voglio starci, ho un attaccamento oserei dire morboso alla vita, è una malattia stupenda. Contagiosa. E trovo che, in tutto questo magma di emozioni che questi eventi scatenano, la cosa più importante sia trarne veramente il meglio che si può.

La regina d'Inghilterra - mica una qualunque - ha detto in questa circostanza: "They will not make us change our way of life". "Loro non ci faranno cambiare il nostro modo di vivere". 'Loro', chiunque siano.

Forse tutti dovremmo cercare di tornare a casa camminando, di quando in quando, guardandoci un po' più attorno.

 

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