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Una cosa inutile

di Ilaria Scala - 14/7/2011

Adelphi fa una cosa un po’ inutile, fuori moda e forse anti-economica.

Che bello.

Pubblica dei libri piccoli piccoli, tutti di carta, dei libri che iniziano e finiscono in se stessi, senza alcun rimando al web, a cd o ad altri supporti. Dei libri che si tengono in mano, che si sfogliano, che si portano benissimo in metropolitana, anzi che in metropolitana si riescono perfino a leggere per intero, da un capolinea all’altro. Dei libri che quando si ha finito di leggerli occupano poco spazio nella libreria, ché anche questo conta, lo spazio: lo spazio nel nostro mondo, nelle nostre case, sta finendo, e non andrebbe sprecato per gli oggetti, andrebbe riservato agli esseri viventi, ma un libro non è un essere vivente anche lui?, no mi sa che non lo è, però in fondo… Comunque questi piccoli libri di Adelphi danno veramente poco disturbo, in uno scaffale medio si perdono, se li schiacci tra due libri normali rischi di non vederli addirittura.

Sono libri scritti da scrittori famosi, e nelle librerie li tengono alla cassa, per gli acquisti d’impulso, come le caramelle e i rasoi al supermercato, come i baci perugina al bar.

Sono libri di cui qualunque lettore esperto può fare tranquillamente a meno. E perciò libri che per qualunque lettore vero sono irrinunciabili.

Ne ho comprato uno, d’impulso, per l’appunto. La lettera di William Somerset Maugham. In copertina, una foto di Bette Davis all’apice della sua inquietante bellezza, tratta probabilmente dal film da cui è tratto questo racconto dello scrittore inglese (il film è Ombre malesi di William Wyler, con Herbert Marshall, 1940). E dentro, il racconto. 69 pagine di narrazione pura. La trama non ve la accenno nemmeno, perché il piacere di leggerlo è tutto nella trama, nella sua scorrevolezza, nel disegno sicuro di personaggi vivi, che si muovono come in un film, che pare di vederli.

Un libro che non aggiunge niente a quello che già sappiamo. Un libro che val la pena di leggere per il puro piacere di leggerlo e basta.

Avercene, di cose inutili belle così.

 

 

W. S. Maugham, La lettera
Adelphi, Biblioteca Minima, Milano 2008

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