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Un pasticciaccio multietnico di Ilaria Scala - 6/6/2010 Un vecchio e curioso libro che nell’anno 2006, quando uscì per e/o, ebbe un discreto successo “underground”. Stiamo parlando di Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio, dello scrittore Amara Lakhous, disegno tragicomico di quel crocicchio di razze culture e caratteri che è la piazza Vittorio di Roma. Costruito come un romanzo giallo corale, in cui ogni capitolo è scritto in prima persona da uno degli interrogati dal commissario di polizia del quartiere a seguito dell’assassinio di un balordo in un ascensore, il libro ha in realtà molte altre facce, e si presta a molte altre letture: citazione aggiornata versione melting pot del pasticciaccio brutto di gaddiana memoria, di cui riprende l’ambientazione e il tema; raccolta di monologhi comici e di punti di vista o “versioni” della stessa vicenda; ma soprattutto ritratto sociologico delle svariate civiltà che si possono incontrare nel quartiere più multiculturale di Roma, con annessa panoramica di meschinità e pregiudizi, tutte radunate in un unico condominio e accomunate da un unico ascensore. L’autore, giornalista algerino trapiantato a Roma, laureato in filosofia ad Algeri e in antropologia a Roma, mediatore culturale per l’immigrazione, interprete e traduttore, trasferisce la sua esperienza umana in un esperimento narrativo interessante e molto utile, in tempi così caldi dal punto di vista degli incontri e scontri multietnici. E ci dimostra che tutto il mondo è paese, e che iraniani, peruviani, bengalesi, napoletani, milanesi, romani e chi più ne ha più ne metta sono tristemente uguali in quanto a chiusura, sospettosità, menefreghismo, diffidenza verso chi è diverso, da qualunque angolo del mondo provenga. Il plot giallo – deboluccio – è solo un pretesto.
Scontro di civiltà per un
ascensore a piazza Vittorio, di A. Lakhous |