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Tra la quiete e il rimpianto

di Ilaria Scala - 5/8/2009

Fu un gran successo, questo Le correzioni di Johnatan Franzen, quando uscì nel 2001 (in Italia nel 2002).

E in effetti offre parecchi stimoli e punti di interesse, per il ritratto denso e ironicamente feroce che offre di una famiglia americana 'esemplare': delusa, divisa, rancorosa, animata da perenni conflitti (tra moglie e marito, tra genitori e figli, tra fratelli, tra rispetto delle tradizioni e aspirazioni trasgressive frustrate, tra la modernità della metropoli e l'immobilità della provincia).

Se al romanzo si può contestare una certa 'disomogeneità' nella costruzione della trama (ad ogni personaggio viene dedicato uno dei lunghi capitoli, con alcuni - pochi - elementi di raccordo tra una storia e l'altra), gli va comunque riconosciuta anche una notevole finezza psicologica e una gran capacità di approfondimento di caratteri e situazioni: i dialoghi della famiglia finalmente riunita, nell'ultimo capitolo, sono talmente realistici che al lettore sembra di essere presente, di viverli e potervi partecipare, o magari di averli vissuti in prima persona nella propria famiglia, o di averli sentiti raccontare. Il lieto fine - relativo e paradossale come molti altri avvenimenti del romanzo - contiene in sé una quiete instabile e pacificante, ma anche un'eco di amarezza e rimpianto.

Come accade in tante famiglie di questo distratto e scompaginato mondo occidentale.

 

J. Franzen, Le correzioni
Einaudi, Torino 2002

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