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Gaio manifesto di un'epoca perduta e irripetibile

di Ilaria Scala - 31/8/2008

Pare che I racconti di San Francisco sia il romanzo-simbolo di una certa generazione in un certo luogo, e di un certo movimento i cui echi si sono sentiti (e in un certo senso si sentono ancora) in tutto il mondo: gli Anni Settanta, San Francisco e la California, gli hippy e la rivoluzione sessuale, l’amore libero, l’orgoglio gay, le droghe leggere e quelle “pesanti ma non troppo”.

L’opera di Maupin, primo di vari romanzi-sequel e soggetto di una serie televisiva, fotografa quel momento e quell’umore raccontando le vicende degli inquilini del condominio al 28 di Barbary Lane (indirizzo e palazzo di fantasia): la padrona di casa signora Madrigal coltiva marijuana in terrazzo e la offre in omaggio ai nuovi affittuari; Mary Ann decide di trasferirsi a San Francisco dopo avervi trascorso una breve vacanza, affascinata dal tipo di vita che vi si conduce, libera da ogni inibizione e ispiratrice di solidarietà tra gli esseri umani; Mona accoglie in casa Michael, l'amico gay in difficoltà sentimentale, e lo sostiene nella ricerca dell’anima gemella, facendo il tifo per lui ma anche temendo che, una volta ritrovata la felicità, la lasci nuovamente sola.

Intorno ai personaggi principali ne ruotano altri, ciascuno inquadrato per pochi attimi o per interi capitoli, in un crogiuolo di vita che alterna ironia e commozione, notizie belle e brutte, dialoghi di portata universale e citazioni inconfondibili (e consumistiche) dei miti del momento: Truman Capote, Otis Redding, perfino Scott Fitzgerald. E' un romanzo "datato", nel senso positivo del termine; pochi romanzi sono più “incastonati” di questo nel costume del periodo, pochi risentono di più delle influenze culturali dell’epoca: uscito qualche anno dopo Il Laureato, I racconti di San Francisco ne riecheggia il mood e lo stile – fatto solo di discorso diretto, pochissime descrizioni, dialoghi sintetici da cui si evincono gli accadimenti. Il risultato è un romanzo fresco e di veloce lettura, che fa un po’ sorridere e un po’ rimpiangere quegli anni, un manuale di stile di vita per hippy nostalgici o mancati scritto con grazia non comune e diventato famoso in tutto il mondo come manifesto della gaiezza (e questa limitazione è sempre stata - non a torto, forse - un grande cruccio dell’autore).

 

A. Maupin, I racconti di San Francisco (1976)
BUR, Milano, prima ed. 2004

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