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Gli effetti benefici di una panchina

di Ilaria Scala - 13/7/2008

Interessante e curioso, il libro di Beppe Sebaste intitolato Panchine. Interessante come i libri a metà tra racconto e saggio, tra giornalismo e biografia. Curioso come le piccole sorprese del quotidiano, quelle che non cambiano la vita ma suscitano libere associazioni di pensieri e memorie, e un rincorrersi di stimoli mentali positivi.

Il titolo del libro per esteso è Panchine. Come uscire dal mondo senza uscirne. E parla dell'effetto benefico delle panchine nelle città (nei parchi, nei belvederi, per le strade, nei musei, ovunque insomma se ne vogliano mettere), luoghi incantati di riflessione, di pausa dalla frenesia quotidiana, di letture e scritture, di scambi di idee o indimenticabili accadimenti romantici.

Di più, il libro racconta le panchine. Le racconta una per una, le più belle "sedute" dall'autore, localizzate nei punti più disparati del globo. Le descrive e le illustra. Di alcune riporta anche la fotografia. Commemora quelle divelte o scomparse.

Di più ancora, ne esalta l'influenza sociale, che gli amministratori locali non dovrebbero mai sottovalutare. Ne dimostra la necessità urbanistica e la valenza terapeutica. Il tutto con serissime basi sociologiche e semiologiche. E con linguaggio e ritmo così leggeri da rendere questo libretto piacevole come una brezza primaverile. E adattissimo, naturalmente, ad essere letto su una panchina.

 

B. Sebaste, Panchine. Come uscire dal mondo senza uscirne
Ed. Laterza, Contromano, Roma-Bari 2008

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