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La regina legge (con sua gran sorpresa)

di Ilaria Scala - 03/04/2008

Che cos'è, La sovrana lettrice, una fiaba con un fondo di realtà o una storia vera dai risvolti fiabeschi?

Entrambe le cose, probabilmente.

Della fiaba, il romanzo di Alan Bennett ha la trama: la regina, avventurandosi nel giardino del castello, si imbatte in una biblioteca circolante di cui ignorava l'esistenza. Quasi per gioco, prende in prestito un libro. E questo le apre orizzonti nuovi e sconfinati, gli orizzonti della lettura. Proprio lei che ha visto, posseduto e conosciuto ogni luogo, ricchezza e personaggio della storia, scopre nella lettura il piacere della riflessione, della solitudine, dell'osservazione.

Della storia vera, La sovrana lettrice ha la protagonista, che non è una qualunque regina di fantasia, bensì l'attuale e presentissima regina d'Inghilterra Elisabetta II di Windsor, che forse non ha vissuto questa esperienza esattamente com'è raccontata, ma tanta è la vividezza con cui l'autore la ritrae nei gesti nei pensieri e nel modo di esprimersi al contempo così regale e distante eppure così ironico ed umano, che potrebbe tranquillamente averla vissuta. La regina che a 80 anni perde la testa per i libri potrebbe tranquillamente essere Lei.

La forza del libro di Bennett, ciò che ne fa un'autentica delizia, sta proprio nel modo in cui la sovrana è descritta: la regina (sempre con la r minuscola) è la persona più democratica d'Inghilterra, in quanto è talmente superiore a chiunque altro che tratta nello stesso modo il ragazzo delle cucine e il primo ministro, e nello stesso modo pretende di essere trattata da entrambi (i siparietti con il primo ministro e con il suo segretario speciale sono, tra l'altro, i passi più godibili del libro); la regina parla di se stessa usando il noi; la regina ha soltanto doveri da quando è nata, non può avere interessi né hobby, non si è mai chiesta se la sua vita le piacesse. Finché non scopre tutto ciò che di bello - e di brutto - c'è nei libri, e impara a distinguere il piacere dalla noia, il sapore dall'insipido, e la varietà della natura umana, e dei pensieri, e delle opinioni.

Scopre anche che la lettura da una parte la induce alla comprensione degli altri, dei cui punti di vista non si era mai curata, dall'altra, al contrario, la isola, la rende un'aliena agli occhi di tutti coloro che - e sono la maggioranza - non leggono. E scopre che la lettura è un piacere altissimo e insostituibile, che non ha nulla a che vedere con l'impegno e il senso del dovere, né con l'etichetta né con l'accontentare il popolo.

E fu così che la regina Elisabetta, per la prima volta nella vita e con sua grande sorpresa, si sentì finalmente una persona comune. Grazie a quella particolare magia per cui noi, quando leggendo ci perdiamo ci isoliamo e ci apriamo al mondo, ci sentiamo regine. E grazie alla sensibilità e all'ironia di Alan Bennett.

 

A. Bennet, La sovrana lettrice
Adelphi, Milano 2007

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