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Un buco nero in fondo al tram

di Beppe Giuliano - 25/11/2007

“Da vent'anni dipendente della Rai-Tv, passaporto italiano, militesente, presunto capo di famiglia numerosa...”

 

Il libro che raccoglie gli scritti del Beppe Viola, che almeno qualcosa di lui ce l’ha salvato (insieme, probabilmente, all’archivio della Rai - speremm), si apre con una prefazione del Gino e del Michele (pregasi non correggere: qui si usa rigorosamente l’articolo davanti al nome, come mi ha insegnato la mia mamma che anche lei l’è del Milàn).

E il Gino e il Michele fanno un elogio di quelli che si chiamano Giuseppe, soprattutto quando declinato in Beppe, lamentando pure che è un nome che, in quest’epoca di Marchi-Giovanni-Mattei-Luchi, non glielo danno più a nessuno (e infatti mia moglie, quando l’ho conosciuta, ha subito pensato che fossi un terùn, magari mandato “ad Alessandria perché c’è più nebbia”, come il Soldato Nencini cantato dal dottor Jannacci).

Giuseppe Viola detto Beppe è morto venticinque anni fa (il 17 ottobre 1982), senza neanche avvisare nessuno. E se lo stan dimenticando quasi tutti. Aiuta la memoria, oltre rileggerlo in Quelli che – Racconti di un grande umorista da non dimenticare (Ed. Baldini e Castoldi), il bel programma radiofonico (scaricabile dall’internet) che gli ha dedicato Radio Popolare, in giro per i suoi posti, Via Lomellina dove nacque l'amicizia con l’Enzo Jannacci, il Marchettificio di Via Arbe, l’Ippodromo e San Siro, l’ex Derby Club, la Sede Rai, il bar (anzi, molto più di un bar, scusate la definizione) Gattullo di Porta Lodovica.

Inutile star qui a scrivere del Beppe Viola, comunque non si renderebbe l’idea. Di uno che, all’esame per diventare giornalista (nel 1961), all’Enzo Biagi che gli chiedeva «Secondo lei Amintore Fanfani nello schieramento DC sta a destra o a sinistra?», gli ha risposto: «Dipende dai giorni».

Un’idea, piuttosto, ce la danno le canzoni del suo amico, l’Enzo Jannacci (stesso cortile in via Lomellina). Lo scorso anno è uscito il suo’Best’; Viola probabilmente ci avrebbe riso su sul titolo in inglese, lui che raccontava di quello che aveva dato una paccata di botte a un inglese che aveva osato dirgli 'wonderful', “m’ha dì wonderful”, il peggiore degli insulti (nessuno sa l’inglese).

Certo, il ‘Best’, c’ha qualche mancanza mica da poco: Silvano per esempio, o Mario.

Ah: Mario l’ha scritta Pino Donaggio, non il Jannacci, ma è una canzone così sua che non me la immagino proprio cantata da altri. A proposito: ci sarà ancora, negli archivi della Rai il filmato della sigla di un vecchio programma - mi verrebbe da dire Odeon ma non son sicuro - con ‘Mario’ e Gianrico Tedeschi in bicicletta per la periferia di Milano (io c’avevo uno zio, lo zio Pino, che girava sempre in bicicletta - l’ultimo rimasto a Milano, mi sa - e tutte le volte che la vedevamo, quella sigla, ce lo ricordava proprio: “guarda se non sembra lo zio Pino”)?

 

“Zero a zero anche ieri ‘sto Milan qui, ‘sto Rivera che ormai non mi segna più, che tristezza, il padrone non c’ha neanche ‘sti problemi qui.”

 

Avrei voluto evitare, almeno io, la citazione strausata, ma non m’è riuscito; e allora:

quelli che.. con il Jannacci ne han scritte di gran belle canzoni, anche se a qualcuna la firma non gli è rimasta addosso (come a Vincenzina e la fabbrica, per esempio, o appunto alla notissima Quelli che...);

quelli... quelli come il Beppe Viola, uno che come quello che portava le scarpe del tennis g’aveva du occ de bun, due occhi da buono;

quelli che... un giorno di un'Inter-Milan noiosissima, finita zero a zero, il Beppe Viola mandò alla Domenica Sportiva le immagini del derby di anni prima;

quelli che... non son certo il primo a chiederlo, ma quelli come il Beppe Viola che trattava il gioco del calcio con ironia e (altra cosa stracitata) intervistava il Gianni Rivera sul tram numero 15, ecco, quel lì come si troverebbe oggi che a scrivere di calcio ci sono soprattutto quelli come il christianrocca, gente che se ne occupa con equilibrio e obiettività tutta neocon?

 

“Ma come, è morto l'Oscar? Porca troia... Aveva soltanto cinquant'anni, non ha mai fumato una sigaretta, non beveva, sempre all'aria aperta perché lui era qui a San Siro anche la mattina per vedere gli allenamenti, non ha mai lavorato perché in queste cose l'Oscar è sempre stato coerente, eppure l'hanno "fatto" anche lui... Poer Oscar.”

Poer Beppe.

 

B. Viola, Quelli che – Racconti di un grande umorista da non dimenticare
Baldini Castoldi Dalai, Milano 1992

Sul sito dell'editore:
http://www.bcdeditore.it/News/News.aspx?IDNews=783

Il programma di radio Popolare si scarica qui:
http://www.radiopopolare.it/trasmissioni/gli-speciali-di-radiopop/in-ricordo-di-beppe-viola/

Enzo Jannacci - The Best:
http://www.enzojannacci.it/best/index.html
 

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