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Umorismo al primo assaggio

di Ilaria Scala - 29/8/2007

Abbiamo assaggiato l'opera di un umorista che, in questo periodo, va per la maggiore: David Sedaris, newyorchese di origine greca, cresciuto nella Carolina del Nord e residente a Parigi, collaboratore di riviste cult quali The New Yorker e The Esquire, sceneggiatore per il teatro, autore e speaker radiofonico.

Lo abbiamo assaggiato cominciando da Diario di un fumatore, edito in Italia da Strade Blu di Mondadori, collana che di rado sbaglia un colpo.

Si tratta di una raccolta di racconti brevi, parzialmente autobiografici, relativamente collegati tra loro, tutti in prima persona.

L'umorismo c'è, senza dubbio. E scaturisce, più che dalle vicende narrate, dalla scrittura: da uno stile che, avvalendosi delle tecniche del sottinteso e della sottrazione, rappresenta con compostezza "british" le conseguenze catastrofiche delle azioni e risulta, proprio in virtù di tale understatement, esilarante.

Ciò che si può semmai rimproverare al libro è una certa pesantezza delle trame, la ripetitività di alcune situazioni, la ridondanza di personaggi e accadimenti. Tanto la scrittura sottrae, tanto l'intreccio aggiunge, e seguirne il filo può essere faticoso e inconcludente. Forse i "pezzi" sono nati per vivere ciascuno a sé, su riviste o come brani radiofonici, e leggerli l'uno di seguito all'altro ne depotenzia l'effetto umoristico.

Ci riserviamo di assaggiare altre opere di Sedaris prima di esprimere un giudizio definitivo dell'autore. Al momento, dopo aver letto questa prima, definirlo "il più grande umorista dei nostri tempi" ci sembra esagerato.

 

D. Sedaris, Diario di un fumatore
Strade Blu Mondadori, Milano 2007

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