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Un libro che non è piaciuto a nessuno

di Ilaria Scala - 4/8/2007

Incredula, mi aggiro per la rete in cerca di una recensione positiva del libro che ho appena letto, Diviners - I rabdomanti, di Rick Moody.

Con Baricco (cfr. gli articoli su I Barbari, usciti su 'La Repubblica' qualche tempo fa), penso che i risultati di Google non necessariamente sono in ordine di pertinenza e di rilevanza (e se fossero - oh cielo! - ordinati a caso?). Oppure che questo libro non è piaciuto davvero a nessuno.

I critici italiani lo ignorano (o meglio, non si sono presi la briga di leggerlo: dura 540 pagine!), e tutti i siti che vendono o propongono libri riportano le stesse 10 righe tratte - evidentemente - dal comunicato stampa.

I critici americani lo definiscono pesante, superficiale, arrogante, presuntuoso. E molti citano, a suggello, l'appellativo di "peggior scrittore del mondo" affibbiato all'autore da un tale Dale Peck a proposito del suo romanzo precedente, Il velo nero (che non era molto accessibile, in realtà. Non lo recensii perchè temo di non averlo capito).

Ebbene, cari critici stroncatori, non sono per niente d'accordo con voi.

Diviners è un romanzo eccitante e denso di significati. Uno di quei romanzi in cui ogni parola "pesa": di storie, di cenni psicologici, di accuse, di ironia.

Ecco, l'ironia: penso sia uno dei tratti distintivi del libro. Moody ci aveva incantato, nelle sue opere precedenti, per lo sguardo tragico e la malinconia, per le storie di devianti senza speranza e di individui sconfitti dalle disgrazie o dall'indifferenza dei loro simili. Anche nei Diviners il disagio umano e la solitudine abbondano; ma sono raccontati con un'ironia lucida e feroce, e quello che alcuni devono aver scambiato per presunzione non è altro che il sarcasmo con cui l'autore descrive i caratteri e le vicende dei personaggi, uno più dissociato e infelice dell'altro, e la girandola di equivoci in cui si trovano coinvolti. Come il sarcasmo è stato scambiato per presunzione, così il distacco è stato scambiato per superficialità, e la gragnola di descrizioni, colori e dettagli per arroganza barocca, quando non son altro che parodia.

La trama non si può raccontare. Sul filo conduttore di una sceneggiatura per una fiction televisiva (Diviners - I rabdomanti, appunto), opera che tutti (produttori e assistenti arriviste, romanzieri, giovani registi, attori in disgrazia) cercano indefessamente da New York al Texas a Los Angeles per farne il capolavoro dell'anno, ma che in realtà non esiste, si avvicendano le storie personali dei protagonisti e dei personaggi di contorno, a disegnare un affresco della frenesia newyorkese che tutto divora e calpesta, solo per la fretta di far soldi e diventar famosi in televisione.

La vicenda, pur intricata e corposa, scorre veloce come un fiume in piena. Un fiume un po' torbido, per le apparentemente casuali digressioni, che sono sempre funzionali a completare l'affresco finale, da leggere anche come un ritratto del Caos che regola le nostre vite.

Inutile attendere un finale che risolva le situazioni, che sciolga i misteri o chiuda le parentesi. Non può accadere nella finzione come non accade nella realtà. Anzi, l'ultimo capitolo apre nuovi scenari e interrogativi, e infonde una sottile inquietudine che va molto al di là del testo. Di quelle inquietudini che ti restano addosso dopo aver chiuso il libro e che ti fanno chiedere se, dopo tutto, c'è stato davvero qualcuno, in quell'angolo di terra che sono gli USA, che una notte avrebbe potuto decidere a favore del destino del mondo, e non lo fece.

 

R. Moody, Diviners - I rabdomanti
Bompiani, Milano 2007

Un po' di rassegna stampa:

per i link alle principali recensioni: http://www.metacritic.com/books/authors/moodyrick/diviners

le recensioni negative:
http://www.bookslut.com/fiction/2005_09_006579.php
http://books.guardian.co.uk/reviews/generalfiction/0,6121,1681530,00.html
http://www.villagevoice.com/books/0537,fong,67716,10.html
http://www.bookslut.com/fiction/2005_09_006579.php
 http://nymag.com/nymetro/arts/books/14549/
http://jessicaleejernigan.typepad.com/jessica_lee_jernigan/2005/10/archival_interv.html
di cui, l'unica italiana, sul blog Nazione Indiana: http://www.nazioneindiana.com/2007/04/03/bye-bye-credulita/

le recensioni positive:
http://vertigine.wordpress.com/tag/rick-moody/
http://www.thebookbag.co.uk/moodydivine.htm
 http://www.boston.com/ae/books/articles/2005/09/11/in_the_diviners_chasing_after_the_biggest_hit_ever/

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