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Medley di quattro libri di Beppe Giuliano - 8/7/2007 Ho letto, di fila, quattro libri che sono in qualche modo fra loro collegabili. In ordine di lettura: Il canto della Missione, di J. Le Carrè Il Canto della Missione di John Le Carrè è, ahimé, uno dei suoi peggiori (in una carriera che, come dice il mio amico Carlo suo grande estimatore, lo porterà nella “english literature” nonostante questo romanzo che, sempre come dice lui, “speriamo almeno non sia il suo ultimo”, altrimenti se ne andrà steccando la nota finale). Il Canto della Missione segna il ritorno di Le Carrè in Africa , dopo il (molto migliore) Giardiniere tenace, di cui vi ho detto recentemente. È narrato in prima persona (un’altra novità assoluta per il vecchio signore from Cornovaglia) dal protagonista Bruno Salvador, un “zebra” che scopre sulla sua pelle meticcia di traduttore esperto di lingue africane, utilizzato dal governo britannico per un meeting ufficialmente mai avvenuto di (tentata e apparente) pacificazione del Congo, la corruzione del potere, e l’assoluta corruzione del potere nella sua Africa. Appena un paio di sottolineature: il consiglio (inascoltato) che dà a Bruno il suo capo: "Ti sto dicendo di spegnere quella scintilla ardente che hai negli occhi, figliolo. Adesso e per sempre. Perché se dovessi rivederla mi preoccuperei per te. siamo credenti, ma non siamo zeloti..." e un Le Carré definitivo su un certo genere di attuali mestatori: "Neo-con di prima scelta, geopolitici di primaria importanza. Il genere di persone che si danno appuntamento in una stazione sciistica per decidere le sorti delle nazioni."
Innocente. Una storia vera, di J. Grisham Innocente. Una storia vera è l’ultimo di John Grisham. Un tipico Grisham, che si legge in fretta, robusto, una trama ben costruita e perfettamente sviluppata, onesto (ecco, credo che questo aggettivo si possa appioppare al solo Grisham, fra gli scrittori che hanno la gran fortuna di vendere libri in numeri da McDonald). Racconta di un Ron Williamson, promessa del baseball mancata, ragazzo perduto che, in pochi anni, passa dalle squadre minori dei New York Yankees al braccio della morte. Per un delitto mai commesso. Una cosa che succedeva di frequente, all’inizio degli anni Ottanta a Ada, nell’Oklahoma, dato che il suo destino è comune a quello di altri due suoi concittadini, loro pure ai margini della società, loro pure incastrati per un altro assassinio con stupro mai commesso (per cui tuttora scontano la pena, oltretutto). Colpisce che quella narrata da Grisham sia, come dice il titolo, una storia vera, così come colpisce la netta posizione garantista (e mi pare anche contro la pena di morte), assunta - non per la prima volta - da uno scrittore che vende moltissimo in un paese che garantista di certo non è.
Nelle mani giuste, di G. De Cataldo Nelle mani giuste è una sorta di seguito del notevole Romanzo criminale di Giancarlo De Cataldo. Qui ritroviamo il commissario Scialoja, nel frattempo erede delle carte del Vecchio, detentore dei segreti più oscuri del nostro Paese, e ritroviamo Patrizia, la donna del Dandi nel precedente romanzo, col suo ambiguo rapporto con Scialoja. Mentre Romanzo criminale narrava le vicende della (e attorno alla) banda della Magliana, questo nuovo prova a fare un po’ di luce (meritoriamente) sui fatti dell’inizio degli anni Novanta, con le bombe mafiose del ’93 a Roma Firenze e Milano, con un personaggio in cui tutti possono riconoscere Raul Gardini... Lo fa, dicevo, meritoriamente (praticamente niente si è scritto di quegli anni lì, finora) e con la scrittura avvincente che già gli conosciamo.
Confine di stato, di S. Sarasso Confine di stato è l’esordio di Simone Sarasso, un giovane (classe 1978) prima pubblicato da un piccolo editore (Effequ) nel 2006, e quest’anno riportato in libreria da Marsilio. L'opera stupisce per la capacità dell’autore di scrivere un romanzo attorno a storie vere del nostro Paese, anch’esse oscure (potrebbe essere altrimenti?), tutte accadute ben prima della sua nascita, come il delitto Montesi, la morte di Mattei, piazza Fontana. È, si dice giustamente, un libro importante, costruito con una eccezionale gestione della notevole complessità della trama, avvincente come un romanzo e inquietante come una storia vera (se mi permettete questa frase da fascetta pubblicitaria) Ha in comune con il libro di De Cataldo, oltre all’essere un romanzo basato su fatti della storia recente, anche l’influenza su entrambi di James Ellroy. Ben gestita dal primo, gestita meno bene, a mio avviso, da Sarasso. Ecco, qui sta il difetto di Confine di stato. Presentato sul sito di Marsilio come “...noir sui misteri e le trame della Storia ialiana tra James Ellroy e Quentin Tarantino”, a me, nel leggerlo, ha fatto l'effetto che mi fanno i film girati dagli emuli di Tarantino. Le esagerazioni che in Tarantino si sopportano, nei suoi emuli tendono a infastidirmi. Lo stesso posso dire per la scrittura di Sarasso paragonata a quella di Ellroy.
J. Le Carrè, Il Canto
della Missione J. Grisham, Innocente. Una
storia vera G. De Cataldo, Nelle mani
giuste S. Sarasso, Confine di
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