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Simenon in maglia gialla di Alessandro Borgogno - 20/6/2007 Gianni Mura è un giornalista. In particolare, ma non solo, un giornalista sportivo attualmente in forze alla redazione de “la Repubblica”. E’ un tipo alla Gianni Brera, di quelli che raccontano lo sport molto più per quello che hanno di romanzesco che per l’agonismo o per gli sponsor. E’ anche un notevole buongustaio, e insieme alla moglie Paola tiene una rubrica gastronomica su “il Venerdì”. Giallo su Giallo è il suo primo romanzo, praticamente un autoritratto. Non un autobiografia, per carità, ma una specie di poliziesco noir ambientato durante un Tour de France degli ultimi anni. Un romanzo strano e acuto, che spinge fino all’estremo il gioco di mescolanza fra finzione e realtà, mettendo insieme senza possibilità di distinzione personaggi e situazioni verissime (a partire dal protagonista, lui, giornalista al seguito del Tour), altri leggermente contraffatti ma riconoscibilissimi, e altri ancora totalmente di fantasia, fantasia sulla quale si innesta la trama poliziesca, quella più autenticamente romanzesca. Seguiamo così le tappe del Tour dalla prima all’ultima, fra fatiche sportive, raffinatezze gastronomiche e paesaggi dai quattro angoli di Francia, morti ammazzati e cinismi giornalistici. L’andamento della corsa è affidato agli articoli giornalieri che Mura scrive e detta alla redazione in Italia, tutto il resto è narrato con freschezza e gusto linguistico, a partire dall’altra passione dell’autore, enigmistica e anagrammi, tanto che il commissario di turno si chiama Jules Renè Magrite, anagramma vivente per volontà colpevole del padre, fra il famoso commissario di Simenon e il massimo pittore surrealista Belga. Si inizia e si arriva in un fiato in fondo al racconto, divertiti e soddisfatti da una lettura gradevole e intelligente. E, almeno per me, con una certezza: non mi perderò neanche uno dei suoi articoli giornalieri dal prossimo imminente Tour de France.
G. Mura, Giallo su Giallo
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