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Potenza dell'abbondanza

di Ilaria Scala - 1/8/2006

Quello che strabilia, dei libri di Jonathan Safran Foer, è l’abbondanza. La densità. La concentrazione di storie, personaggi, linee narrative, generi, sentimenti, sensazioni, voci.

Nel suo secondo romanzo, Molto forte, incredibilmente vicino, la complessità d’intreccio già sperimentata nel primo Ogni cosa è illuminata, raggiunge il suo apice: al diario e al (doppio) romanzo epistolare, si aggiungono fotografie, disegni, pagine bianche, pagine fitte di testo illeggibile, pagine popolate solo dai messaggi laconici di un uomo muto, che scrive invece di parlare; alla storia di un bambino geniale, aspirante astrofisico e inventore, che perde il papà nel crollo delle Torri Gemelle e trascorre quasi un anno ad inseguire un’inesistente traccia di lui, a cercarlo tanto per cercarlo, per non dimenticarlo o per permettersi di dimenticarlo, l’autore intreccia la storia dei nonni del bambino, del loro contrastato amore, di altre e antiche guerre, e di tutte le guerre uguali nel tempo e nel mondo. E la storia dei newyorkesi che il bambino incontra, che forse conobbero il suo papà, e il fascino del cercare cos’hanno in comune persone che non hanno niente in comune.

Se però in Ogni cosa è illuminata l’eterogeneità delle voci raggiungeva il punto di equilibrio ideale, in Molto forte, incredibilmente vicino a volte l’eterogeneità rasenta la confusione, si fa pretestuosa e infastidisce un po'. Tanto la vicenda del bambino è fresca, commovente e lieve, quanto il dialogo muto tra i nonni risulta più falso e faticoso, e appesantisce la trama senza arricchirla.

Spesso l’Opera Prima riesce meglio della Seconda, o siamo disposti a perdonare a un giovane autore l’ingenuità degli esordi più che l’artificiosità del tentativo di ripetere il colpo. Se Foer avrà saputo incanalare il suo talento nella giusta direzione, lo diranno i prossimi libri. Per ora, godiamoci l’abbondanza dei suoi spunti, della sua fantasia, e la generosità travolgente della sua prosa. Senza aspettarci niente di più.

 

J.S. Foer, Molto forte, incredibilmente vicino
Guanda, Parma 2005

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