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Certezze discutibili

di Alessandro Borgogno - 20/10/2005

Michael Crichton è uno che riesce sempre a raccontarti delle cose interessanti, e soprattutto a narrare storie che contengono elementi estremamente realistici. Che fanno pensare.

Anticipa spesso. I tempi, gli avvenimenti, i problemi sociali e scientifici. E’ un ex medico, è scientificamente rigoroso e si documenta in modo maniacale per raccontare le sue storie.

Non è un grande scrittore (per intenderci, non è Stephen King), ma sa raccontare in modo semplice e straordinariamente efficace anche delle cose piuttosto complesse.

E a proposito di anticipare tempi e avvenimenti, il suo ultimo fanta-socio-thriller, pubblicato nel 2004, inizia con uno scienziato che in un laboratorio parigino lavora ad una macchina per la simulazione degli Tsunami.

Stato di paura, così si intitola, dice molte cose interessanti e altrettanto inquietanti. Dice che l’ecologismo e la salvaguardia dell’ambiente sono cose molto più complesse di come ce le presentano, che i cambiamenti del clima non sono roba da telegiornali o da articoli di giornale. Dice cose discutibili, e che spesso si ha difficoltà a considerare altrettanto serie e realistiche di quelle che ci sentiamo dire di continuo, ma nondimeno ti costringe a leggerle e prenderle in considerazione.

E la cosa più importante che dice, e che non a caso dà il titolo al romanzo, non è rivelarci se e quanto sia vero ciò che si dice e si pensa dei cambiamenti ambientali del pianeta, né il fatto ancora più semplice che non se ne sappia davvero nulla e che non ci sia nessuna sicurezza in questo senso.

La cosa più importante che dice riguarda l’informazione, a tutti i livelli. Dice, e spiega con estrema semplicità, come tutto sia condizionabile attraverso i mezzi di informazione e attraverso il modo con cui vengono usati.

Congressi, dati scientifici, telegiornali, notizie, catastrofi.

In particolar modo come e quanto sia condizionabile la percezione della realtà. La nostra percezione. Di come la paura generalizzata di qualcosa possa essere (e lo sia stata e lo sia di continuo) sostituita prontamente da un’altra, appena quella passa di moda o finisce o non funziona più. Di come da decenni siamo tutti condizionati a vivere in un determinato stato di coscienza piuttosto che in un altro, del tutto indipendentemente dalla realtà dei fatti e dalla evidenza scientifica e determinabile degli stessi.

Furbamente, affida questa semplice e al tempo stesso terrificante analisi ad un professore che passa un po’ per scemo, ma non ti lascia alcun dubbio sul fatto che questo discorso apparentemente laterale rispetto agli avvenimenti enormi che si susseguono sia in realtà la vera questione centrale di tutta la faccenda.

Dimenticavo di dire che oltre a questo, come sempre, racconta in modo gradevolissimo e ti tiene legato con un filo sottile ma robusto dall’inizio alla fine senza cedimenti.

Non sarà un grande scrittore, ma sa scrivere benissimo.

La frase : “Sono certo che nel mondo vi sia troppa certezza”

 

M. Crichton, Stato di paura
Garzanti Libri - Narratori moderni, 2005

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