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Lo scribacchino, zia Julia e dieci romanzi ribelli di Ilaria Scala - 2/3/2005 Mentre leggete La zia Julia e lo scribacchino, romanzo del '77 di Mario Vargas Llosa, state attenti ai nomi. Se siete di quelli che quando leggono un romanzo russo annotano i nomi dei personaggi per non perdere l'orientamento, adottate lo stesso stratagemma per questo libro peruviano, anche se lì per lì vi sembra che non ce ne sia bisogno. In fondo, sono solo romanzi radiofonici, gli antenati illustri, ma non meno inverosimili, delle moderne soap-opera. Sono nove rutilanti inizi di altrettante rutilanti storie, scaturite dalla fantasia del più famoso scrittore-regista di romanzi per la radio della Lima anni Cinquanta: Pedro Camacho, lo scribacchino, suscita ammirazione e invidia nei suoi colleghi e datori di lavoro, per la maestria con cui intreccia nomi e vicende; prima si traveste come i suoi personaggi davanti alla macchina da scrivere (con tanto di barbe finte e parrucche), poi dirige gli attori davanti ai microfoni, con dedizione e pignoleria . Il primo dei suoi fan è il giovane Mario (o Marito, o Varguitas... attenti ai nomi!), aspirante scrittore e cronista alla radio per pagarsi gli studi, innamorato pazzo di sua zia (acquisita) Julia, divorziata e più vecchia di lui, ma soprattutto, cosa ben più grave agli occhi della famiglia, straniera di Bolivia. Mentre la realtà si fa via via più complicata con il procedere dei capitoli, la fantasia gioca brutti scherzi ai personaggi di Camacho; mentre la vita mette alla prova i due innamorati contrastati, i romanzi cominciano a girare all'impazzata fino a diventare incontrollabili anche per il loro autore. Riuscirà il minorenne Marito a coronare il suo sogno d'amore con la matura zia Julia? Riuscirà lo scribacchino Pedro Camacho a riprendere il filo delle sue storie prima che i personaggi gli si rivoltino contro? Come finirà questa saga peruviana della letteratura popolare? Sono riuscita ad incuriosirvi abbastanza?
M. Vargas Llosa, La zia
Julia e lo scribacchino |
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