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Chi ha paura del fumatore cattivo?

di Alessandro Borgogno - 24/1/2005

In queste prime settimane di divieto di fumo capita, anche se non si è fumatori, di vedere gruppetti di gente per strada, al freddo, o fuori dai negozi o sotto gli uffici, a gustarsi la sigaretta che non possono più accendersi nei corridoi o nei pianerottoli e meno che mai nelle loro stanze.

Situazione molto americana, e che infatti in America si verifica già da parecchi anni.

Tanto che non posso fare a meno di farmi tornare alla mente uno dei (tanti) racconti straordinari di Stephen King.

Si intitola La gente delle dieci ed è contenuto nella raccolta di racconti chiamata “Incubi & Deliri”.

Inizia, appunto, con la descrizione di questi capannelli di gente che è possibile vedere verso le dieci di mattina sui marciapiedi, imbacuccati nei cappotti, a spippettare la loro sigaretta.

Trattandosi di Stephen King, dopo questa notazione sociale che suona come una pura curiosità il racconto parte quasi subito per una strada inaspettata.

In breve, la terra è in realtà progressivamente invasa da una razza aliena di Vampiri spaziali, che prendono via via il posto delle persone senza che gli altri se ne accorgano. C’è solo un piccolo intoppo: alcuni umani riescono ancora a vedere il loro vero aspetto, cioè la testa da vampiro, e si tratta di quelle particolari persone che hanno una certa quantità di nicotina nel sangue, i pochi fumatori rimasti appunto.

E naturalmente, con questa invenzione di partenza, il racconto ne porta fino in fondo le conseguenze, andando oltre con la fantasia che non manca mai al narratore in questione: proprio a causa di questa caratteristica piuttosto fastidiosa per gli astuti invasori, le campagne antifumo e le feroci crociate salutiste tipicamente americane sono, guarda un po’, proprio organizzate dai suddetti vampiri, che hanno via via occupato posti di potere, e il cui solo e vero scopo non è salvaguardare la salute dei cittadini, bensì togliere di mezzo gli ultimi umani ancora in grado di riconoscerli e smascherarli.

Geniale come sempre, il pazzoide del Maine: il racconto ha ormai più di dieci anni ma forse, non essendo americani, possiamo gustarlo ancor meglio oggi, ora che ci siamo americanizzati ben bene anche su questo fronte.

Leggetelo, e - badate bene - non per aggiungere un argomento fantasioso contro una legge per la quale io stesso, pur essendo fumatore, non ho particolare avversità, ma soprattutto per un esercizio che non pratichiamo mai abbastanza e nel quale King è sempre stato un maestro acuto e originale: guardare le cose da un punto di vista diverso dal solito.

 

S. King, "La gente delle dieci" ("The ten o'clock people"), in Incubi & Deliri (Nightmare & Dreamscapes)
Sperling & Kupfer, Milano 1994

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