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Destini incrociati a Manhattan

di Ilaria Scala - 6/1/2005

Baciarsi a Manhattan, l'ultimo libro (e anche il primo) di David Schickler, autore newyorkese poco più che trentenne.

Uno sguardo superficiale in libreria, e ti sembra una qualsiasi raccolta di racconti, in cui gli ingredienti più trendy del momento - erotismo solitudine alienazione isteria vita postmetropolitana - sono sapientemente miscelati nelle giuste dosi. Pensi: Il solito americano. Dovresti smetterla di leggere solo autori americani (statunitensi, per la precisione). Va bene che hanno la misura, la sintesi, la profondità non prolissa, il tipo di sguardo sulle cose che vorresti fosse il tuo, che a volte ti sembra proprio essere il tuo. Va bene che sono figli di Fitzgerald, e non sarà un caso. Però dovresti smetterla lo stesso, mica tutti nascono Rick Moody!

Un pizzico di attenzione in più, e ti imbatti nella deliziosa recensione di Augias su Il Venerdì di Repubblica di qualche settimana fa. Pensi: Però!, l'ha segnalato Augias, forse val la pena di leggerlo.

Poi te lo compri, magari solo per inerzia, cominci a leggerlo distrattamente come se "lo sapessi già", e a un certo punto ti ci trovi in mezzo, invischiata come se anche tu abitassi nel Preemption Building di Manhattan e stessi cercando da sempre "gente meravigliosa" capace di stupirti; a un certo punto il libro prende vita, la raccolta di racconti diventa un romanzo in cui i personaggi di racconti diversi si incrociano tra di loro, oppure sono amici da anni, oppure si incontrano per caso una sera e fanno l'amore, si scambiano il destino, fanno un pezzo di strada insieme e si dicono qualcosa che cambierà la loro vita per sempre. Soprattutto, abitano tutti nello stesso palazzo.

Le ragioni di un evento apparentemente senza significato vengono spiegate 50 pagine dopo, magari in un successivo racconto, e le conseguenze di quell'evento su ogni personaggio sono sparse qua e là, prima e dopo, lungo una fabula che solo verso le ultime pagine si dipana per coincidere con l'intreccio.

Pensi: Devono leggerlo anche gli altri, dovete leggerlo tutti. E tu non dire altro, ché stai solo rovinando la sorpresa. In fondo, non c'è neanche molto da dire, è solo gente che fa su e giù con l'ascensore di un palazzo, gente che dovreste conoscere, che forse conoscete già.

Avete presente la vita?

 

D. Schickler, Baciarsi a Manhattan
Einaudi, Collana L'Arcipelago, Torino 2004

Per saperne di più su Baciarsi a Manhattan e su David Schickler, visita la scheda sul sito Einaudi

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