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Piccole cartoline da Roma

di Alessandro Borgogno - 30/4/2012

Ho la sensazione che recentemente vada un po’ di moda criticare Woody Allen. “si, vabbè, insomma, però da Woody Allen ci si aspetta di più…”. Come criticare Fellini per E la Nave Va solo perché 8 e mezzo era più bello. E fa molto radical chic criticare Allen dandogli del radical chic, finendo così per essere ancora più radical chic. D’accordo, To Rome with Love non è un capolavoro (qualcuno lo aveva sperato?). E’ però una commedia impeccabile (tanto per cambiare), divertente quanto basta, sofisticata e mai volgare, e comunque mai stupida. Curioso come gli stessi critici spesso pronti ad essere assai indulgenti nei confronti di altri film molto più sciatti, banali e spesso con grossolani errori di linguaggio (cinematografico, e a volte non solo), diventino così rigorosi al cospetto del vecchio regista newyorchese.

Allen decide qui di concedersi le sue vacanze romane intrecciando quattro storielle senza grandi pretese ma tutte godibilissime, con la solita mescolanza di attori scelti tutti in modo perfetto, fotografando una Roma meravigliosamente inondata dal sole estivo, e giocando tra vicoli di Trastevere, grandi monumenti, verdi parchi e strade storiche come via del Corso e via Veneto. E a proposito di via Veneto, non si fa scappare l’occasione di omaggiare il suo grande maestro Fellini nell’episodio con Antonio Albanese, rifacendo in sostanza il suo “Sceicco Bianco”.

Il film abbonda senz’altro di luoghi comuni su Roma e sull’Italia, ma chi dice che il luogo comune (nel senso letterale del termine, qualcosa nella quale ci si ritrova in moltissimi) sia di per sé una cosa brutta? Di certo sanno esserlo molto peggio le ricerche ossessive e vuote dell’originalità a tutti i costi. Il problema del luogo comune esplode quando viene utilizzato e trattato in modo stupido, e Woody Allen non è mai stupido, neanche se si sforzasse di esserlo volutamente.

Interessante piuttosto come, nell’episodio con Benigni (diretto e contenuto magistralmente soprattutto nella prima parte nella quale è irresistibile nel suo spaesamento), il suo sguardo tutto americano abbia inchiodato con precisione da entomologo il vizio ormai terribilmente nostrano di innalzare alla inutile e vuota notorietà gli illustri sconosciuti, riempiendo telegiornali e trasmissioni di ogni fascia oraria delle loro facce e delle loro inutilissime opinioni.

Sappiamo tutti che Allen da tempo ormai fa un film dietro l’altro per sentirsi ancora vivo (atteggiamento del quale si autodenuncia proprio nel suo personaggio di questo ultimo film), preoccupandosi sempre meno della profondità di argomenti e di pensiero che hanno occupato molti dei suoi film precedenti. Ma chi si vuol mostrare così attento e intelligente nello svelare il riciclaggio del se stesso di Provaci ancora Sam nell’episodio con Alec Baldwin, di sicuro lo ha osannato nel suo delizioso Midnight in Paris senza accorgersi che anche quello era un autoriciclo di un suo vecchissimo racconto (Memorie degli anni venti) comparso su uno dei suoi primissimi pamphlet letterari.

In compenso, e qui continuiamo tutti ad avere molto da imparare, resta sullo schermo un perfetto gioco di squadra, un professionismo estremo anche nelle inquadrature più semplici, alcune battute comunque memorabili e una Roma splendidamente romantica, che fa venire voglia di uscire subito a fare una passeggiata al tramonto nella città più bella del mondo.

Ed ecco l’ultima critica: Allen rappresenta una Roma da cartolina.

Ma dai? Ma qualcuno ha fatto caso al titolo del film?

 

To Rome with Love, di W. Allen
con E. Page, W. Allen, J. Eisenberg, P. Cruz, G. Gerwig, A. Baldwin, A. Pill, R. Benigni, J. Davis, O. Muti, R. Scamarcio, C. Alt, A. Albanese, A. Mastronardi, F. Parenti, A. Tiberi, F. Armiliato, M. Di Rauso
USA 2012

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