film

 

Elogio dell'incertezza

di Alessandro Borgogno - 21/4/2011

Grazie Nanni, ancora un grande film.

Habemus Papam, l’ultima regia (e interpretazione) di Moretti parte da un’idea unica e folgorante: un cardinale appena eletto Papa scopre improvvisamente di non sentirsi adeguato al ruolo, di non possedere la sicurezza (e la necessaria presunzione) di assumere una carica e un potere così pervasivi e così arcani.

Il tema poteva essere sviluppato in molti modi, e naturalmente il regista e sceneggiatore (con Francesco Piccolo e Federica Pontremoli) lo sviluppa alla Nanni Moretti. Contrappone, sia fisicamente che dal punto di vista narrativo, quasi con due storie parallele, alla figura del Papa indeciso (magnificamente interpretato da un commovente Michel Piccoli) quella dello psicanalista chiamato ad aiutarlo nella difficile crisi (interpretato dallo stesso Moretti, nel suo personaggio classico). Tanto l’uno è incerto e si sente inadeguato al comando, tanto l’altro si mostra sicuro di sé (è lo psicanalista “più bravo di tutti”, lo dicono tutti e se lo dice anche da solo), si sente in grado di governare le situazioni, finendo per organizzare (a modo suo) il tempo e le attività dei cardinali rimasti “prigionieri” in Vaticano in attesa che si sciolga il dubbio del neopontefice. Straordinario elogio dell’inadeguatezza, e della necessità di una modestia che il film sembra indicare come sempre più necessaria in un mondo in cui tutti si spacciano sempre più sicuri di tutto, quasi sempre fingendo e ignorando i propri limiti (esemplare, in questo senso, l’esperto televisivo intervistato al TG3 da Maurizio Mannoni).

Non vogliamo rivelare null’altro della trama del film, che tra l’altro gioca e si sviluppa su pochissimi elementi, se non per dire che Moretti si ritaglia le parti più divertenti, quelle che danno volutamente a tutto il film un tono da commedia, e che forse finiscono per essere le più scontate. Tutte però assolutamente necessarie, dal momento che il film “è” una commedia, e che diversamente avrebbe potuto assumere una pesantezza di contenuti e di situazioni forse eccessiva.

Già, perché le tematiche che il film porta alla superficie sono davvero importanti. L’inadeguatezza, appunto; la capacità di accettare i propri limiti e le proprie debolezze; il crollo della propria condizione di uomo di fronte ad una scelta che in pochi minuti pretende di azzerare la tua vita precedente e di consegnarti per sempre ad un ruolo che non è più umano.

Moretti riesce ad attraversare tutti questi temi con una leggerezza quasi inedita per lui, e in questo modo finisce per suggerire più cose di quante non ne dica. Rischia, è vero, di lasciarci un po’ con la sensazione che un tema così potente e originale poteva essere sviluppato in modo assai più clamoroso e sensazionale, ma così facendo sembra in fondo sottintendere che anche lui ammette ed accetta dei limiti, e una qualche forma di inadeguatezza di fronte a temi così alti e profondi.

Come contrappunto, visivamente il film è sontuoso. Con poche sapienti ricostruzioni scenografiche, costumi tipicamente variopinti, e sfruttando le magnifiche architetture di altri luoghi romani per ricostruire l’interno del Vaticano (Palazzo Farnese, Villa Medici, Palazzo Barberini), incornicia la storia in un contrasto esemplare fra le stanze e i palazzi Vaticani, chiusi nella loro magnificenza ma impermeabili all’esterno, ed una Roma che al di fuori vive e pulsa di traffico, persone reali, aria inquinata ma in contatto con il mondo.

Sempre più bravo e sempre più padrone del suo cinema, Moretti riesce comunque a regalare come sempre momenti di esilarante surrealismo e momenti di autentica commozione.

E, con pochissimi e semplici elementi che ci portano al balcone di San Pietro dopo i primi dieci minuti di film, riesce a trasformare i pochi istanti che precedono il nuntio vobis gaudium magnum in una scena di autentica angoscia esistenziale.

In definitiva, un film non adatto a chi cerca risposte e certezze, ma un film che fa uscire pieni di dubbi e di domande.

E quindi grazie Nanni.

 

La frase: “Eminenza, Palla Prigioniera non esiste più da cinquant’anni!”

 

Habemus Papam, di N. Moretti
con M. Piccoli, N. Moretti, R. Scarpa, J. Stuhr, M. Buy
Italia 2011

Un amico e affezionato lettore ci ha inviato la sua recensione di Habemus Papam pubblicata su Facebook. Riceviamo e volentieri linkiamo: http://www.facebook.com/note.php?note_id=10150262739843084

Leggi anche la recensione di Ilaria

 

Tutti i film