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Illusioni e ingorghi di Ilaria Scala - 5/3/2011 Un pensionato sottovalutato dai familiari e annoiato dalla quotidianità tenta di riscoprire le gioie del sesso per ritrovare entusiasmo ed energia vitale. I suoi propositi di rinnovamento, incoraggiati da coetanei “ancora sulla china”, passano per la cura dell’aspetto, il culto della prestanza fisica, il corteggiamento e gli ammiccamenti di donne giovani e disponibili, almeno all’apparenza. Altro che passeggiate ai giardinetti con il cane al guinzaglio, altro che pomeriggi passati su una panchina a guardare il vuoto… Il “Gianni Ritrovato”, non più trasparente agli occhi del gentil sesso, sbaraglierà tutti con il suo vigore e la sua brillantezza. È la trama di Gianni e le donne, nuovo film di quel Gianni Di Gregorio che conquistò pubblico e critica con il suo Pranzo di ferragosto, quasi 3 anni fa. Ci credereste, visto il tema, che sia un film pieno di delicatezza? Ebbene, credeteci: con un tema attualissimo nell’Era del Viagra, e con un linguaggio discreto e minimalista assai poco attuale per i nostri botteghini, Di Gregorio compie il miracolo, e costruisce un racconto sincero e intimo, parla di argomenti importanti e profondi con toni pacati e leggeri, senza il minimo accenno di volgarità, anzi con un’ironia amara in sottofondo che confina con la poesia. Il protagonista, interpretato dal regista stesso, è circondato da un nugolo di donne-virago, di forte tempra e dalle grandi – e per lo più improvvisate – doti recitative: la moglie efficiente che non lo guarda più, la figlia studentessa che lo snobba, l’aspirante genero nullafacente che lo tratta come un suo coetaneo, con un misto di fratellanza e condiscendenza; e soprattutto l’anzianissima madre – la stessa madre di Pranzo di ferragosto, Valeria de Franciscis, praticamente ormai sua madre, vista l’identificazione che è riuscita a creare con il personaggio – che lo schiavizza con mille incombenze domestiche e lo ricatta moralmente fingendo ogni giorno malori irreversibili. Ed è circondato anche da Roma, la Roma solare dell’Appia e di Trastevere, la Roma dell’indolenza e del piacere apparentemente accessibile a tutti con poco sforzo. Ma anche la Roma dei sogni infranti sulla concretezza della realtà: per ogni illusione di volo, c’è sempre un atterraggio brusco nel bel mezzo di un ingorgo…
Gianni e le donne, di
G. Di Gregorio |