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E' arrivato l'invasore

di Ilaria Scala - 21/12/2008

Evviva l'America che riflette su se stessa e, per una volta, si mette in discussione, punta l'obiettivo sui suoi lati oscuri e si rappresenta com'è, anziché come vorrebbe che gli spettatori di tutto il mondo pensassero che fosse.

Difficile che sia già merito di Obama, il successo di questo film ben scritto e ben recitato, questo The Visitor (in Italia L'ospite inatteso), in cui già il titolo fa il verso a tanta cinematografia sull'invasione, che spesso è l'invasione di esseri alieni provenienti da mondi lontani nella nostra tranquilla quotidianità.

Qui però l'invasione è metaforica, e vestita di sarcasmo, vista la sua direzione opposta e contraria: l'invasore è il legittimo proprietario dell'appartamento newyorkese in cui una giovane coppia di stranieri (lei senegalese, lui siriano) abita abusivamente, senza saperlo; l'invasore è un professore universitario vedovo, quieto e noiosetto, smosso contro voglia dal suo paesino del Connecticut per partecipare ad un convegno a New York. Gli invasi sono immigrati clandestini, e per questo si ritraggono di fronte all'ospite inatteso senza opporre resistenza; gli invasi sono tolleranti, colti e creativi, in cerca di un paese in cui vivere in pace.

Dopo il primo momento di stupore, l'invasore concede ospitalità agli invasi, nell'attesa che trovino un altro alloggio. L'incontro fortuito produce una serie di reazioni a catena e cortocircuiti emotivi, la reciproca conoscenza si trasforma in un'occasione di scambio e apprendimento per ognuno dei personaggi coinvolti, e dà origine a risvolti romantici e drammatici che non sveleremo.

La regia e le interpretazioni servono l'opera con partecipazione e misura, esprimendo una gamma molto ricca di emozioni senza mai scivolare nell'enfasi e nella retorica, e stimolando riflessioni profonde sul senso dell'accoglienza e della convivenza tra civiltà diverse ma, perchè no, curiose l'una dell'altra.

Particolarmente riuscita la descrizione del "risveglio" del professore, da indifferente e sopito travet di provincia ad attivista incredulo di ciò che accade nel suo stesso paese: dall'alzata di sopracciglia con cui manifesta lo stupore di trovare la casa occupata, passa alla rabbia impotente e allo sbalordimento di chi si accorge che la propria casa è tutt'altro che accogliente, tutt'altro che democratica, tutt'altro che ospitale verso chi vi cerca rifugio e riscatto. E nei suoi occhi di cittadino tradito negli ideali si esprime la fine del sogno americano.

 

L'ospite inatteso [The Visitor], di T. McCarthy
con R. Jenkins, H. Sleiman, D. Jekesai Gurira, H. Abbass
USA 2008

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