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Un elegante affresco d'anime

di Ilaria Scala - 20/12/2007

In La cena per farli conoscere Pupi Avati dipinge il suo ennesimo affresco d'anime, con la sua ormai nota cura stilistica (degli arredi, dei costumi, della fotografia, dell'eleganza dei personaggi in scena), con la misurata sintesi dei dialoghi e del montaggio, con la profondità psicologica con cui è solito narrare l'incrocio di dolori, solitudini e compassione di uomini e donne sempre in cerca d'affetto.

La storia è semplice e anche un po' banale: le tre figlie (di tre madri diverse) di un attore in declino si radunano al capezzale del padre in difficoltà. Si conoscono poco, conoscono lui ancor meno. Così, in tre giorni, tentano di imbastire una strategia per affidarlo alle cure di una donna, per non doversene preoccupare loro stesse e per poter tornare ciascuna alla propria frenetica vita.

Le tre figlie sono la parigina Ines (Inés Sastre), la madrilena Clara (Vanessa Incontrada), la romana Betty (Violante Placido). Il padre è quell'istrione miracolato (proprio da Pupi Avati) di Diego Abatantuono. La donna eletta a possibile pretendente è Francesca Neri.

Le signorine brillano più per eleganza e portamento che per dizione (il birignao roman-snob della Placido, unica italiana delle tre, è imbarazzante); Abatantuono è a suo agio nella parte - sempre attuale - del gigione mediocre para-televisivo; Francesca Neri recita discretamente, per avere una faccia che - tesa com'è dai lifting - non è più la sua.

Il risultato è un film onesto, pupiavatiano, che non risolve nulla per il mondo e forse neppure per se stesso. Ma vive di battute e sguardi rubati, pieni di quella verità fugace che ti riconcilia con il cinema.

 

La cena per farli conoscere, di P. Avati
con D. Abatantuono, V. Incontrada, I. Sastre, V. Placido, F. Neri
Italia 2007

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