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Bentornato Verdone di Ilaria Scala - 1/8/2006 Festeggiamo il ritorno del Verdone migliore, quello fresco di Maledetto il giorno che t’ho incontrato o quello malinconico di Compagni di scuola. Diffidenti, avevamo atteso 6 mesi prima di guardare Il mio miglior nemico, sua ultima fatica. E – sorpresa! – lo abbiamo trovato divertente, ben scritto ben girato e ben recitato, lineare e pulito, a tratti commovente. Verdone padroneggia ormai con destrezza i tempi della commedia: evita i dialoghi stereotipati, le battute facili, le cadute nella volgarità. Il trailer – come al solito a caccia del successo di cassetta – ci induceva ad aspettarci un filmetto carnascialesco dalla trama sfilacciata, e trascurava – di contro – i risvolti intimistici, l’alchimia tra i due protagonisti, lo spessore di un personaggio femminile che, una volta tanto, non è una macchietta. Il giovane Orfeo (Silvio Muccino) si mette in testa di rovinare colui che gli ha – si presume ingiustamente – licenziato la madre depressa. E orchestra per la sua vendetta una serie di dispetti, ritorsioni e ricatti ai danni dell’ignaro Achille (Verdone). Contemporaneamente, e senza saperlo, si innamora della figlia. L’affare – come sempre in questi casi – si complica e si ingrossa, in un crescendo di equivoci, liti e riavvicinamenti, fino ad un insospettabile happy end in terra straniera (praticamente un marchio di fabbrica, nel cinema di Verdone: stavolta, il finale estero si svolge in Turchia). E neanche la pessima dizione del piccolo Muccino riesce a rovinare il gusto per un film spensierato, rispettoso del pubblico, in una parola onesto.
Il mio miglior nemico, di
C. Verdone |