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Corto circuito tra realtà e fantasia

di Ilaria Scala - 17/11/2005

Benigni e la realtà: gli eccessi verbali, gli sguardi, le smorfie, il fisico da folletto buffo che salta, sguiscia, si sdraia a terra e scaccia le mosche; gli abiti sghembi e stropicciati, la guida nervosa nel traffico di Roma, gli studenti universitari, i colleghi, le figlie adolescenti e malvestite.

Benigni e la fantasia: visioni oniriche e surreali, immagini potenti e ricche di metafore, animali a spasso per la città e animali vestiti da sposa, Tom Waits che suona il piano ai matrimoni e Eugenio Montale tra gli ospiti d'onore.

Benigni e la realtà: un lungo sketch televisivo.

Benigni e la fantasia: La tigre e la neve.

Ciò che non funziona, in un film dalle pur ottime intenzioni, è il corto circuito tra realtà e fantasia.

Come già ne La vita è bella, la fantasia non riesce a nobilitare la parte "reale" della sceneggiatura, e il lungo sketch non riesce a diventare film. Come già ne La vita è bella, i piani della commedia stralunata e del dramma storico restano troppo separati per risultare davvero credibili e convincenti.

Benigni ha imparato ad amalgamarli meglio (ne La vita è bella la contrapposizione tra primo e secondo tempo era addirittura fastidiosa), ma ancora deve perdere un po' di schematismo e liberarsi delle didascalie ("Qui dovete ridere." - "Qui c'è da piangere." - "Qui mi ispiro a Woody Allen." - "Qui faccio Charlot.").

Paradossalmente, la vita del folletto nel campo di concentramento riusciva a trasfigurarsi in favola; l'avventura del folletto a Bagdad risulta stonata. E' troppo "presente", la guerra in Iraq, per accettare di trasfigurarsi. La guerra in Iraq è ora, poco lontano da qui, e deve finire (presto, per favore) per poter diventare simbolo di qualcosa (le difficoltà?, gli ostacoli all'amore?, l'insensibilità degli uomini alla poesia?).

Per concludere: ne La tigre e la neve la sceneggiatura c'è, le idee pure, il colpo di scena finale potrebbe quasi funzionare. L'algida immobilità facciale della Braschi non è nemmeno più un problema: ella è ormai un'icona estetica. Manca una sola cosa, ne La tigre e la neve: la regia.

 

La tigre e la neve, di R. Benigni
con R. Benigni, N. Braschi, J. Reno - Italia 2005

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