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35?

di Armando Cereoli - 17/3/2005

E' più forte di me: quando vedo un film che mi colpisce devo sempre andare a cercare qualche altra opera del regista, in uno slancio emotivo che mi costringe a ricercare emozioni analoghe o superiori a quelle del primo film. E' successo con John Woo e il suo The Killer, capolavoro noir del cinema di Honk Kong, che lanciandomi in una delirante caccia al titolo, mi fece incontrare altre perle del maestro cinese, come Bullet in the head, A better tomorrow 1 e 2 (il terzo meglio evitarlo, anche perchè la regia fu di Tsui Hark, in origine suo produttore e co-sceneggiatore), o lavori mediocri come Hard Boiled o Once a thief.

Dopo aver assistito ad un capolavoro come 36 - Quai des Orfèvres, non potevo non gettarmi come un cane da tartufi a sniffare un esordio, un corto, qualcosa di questo brillante Olivier Marchal che non esito a definire un nuovo maestro del poliziesco noir.

Ed ecco quindi che mi sono imbattuto con questo Gangsters, primo lungometraggio del regista che vede protagonista la sempre splendida Anne Parillaud del mai abbastanza acclamato Nikita di Besson.

Cento minuti scarsi di film che purtroppo si dimenticano in fretta e che non fanno onore alla povera Anne, evidentemente in crisi di scritture dopo i fasti del passato.

La storia ci anticipa il dualismo capovolto tra bene e male che sarà il leitmotif di 36. Ci viene raccontata con grandi difficoltà una vicenda sicuramente interessante, ripensata a fine film, ma sceneggiata male e recitata peggio. Richard Anconina, protagonista assieme alla Parillaud, ha il volto giusto per impersonare l'agente speciale infiltrato che perde la via della ragione e della rettitudine, ma le sue scarse movenze facciali non aiutano la regia ancora inesperta del povero Marchal. Questi, da parte sua, si lascia prendere la mano tentando una sceneggiatura complessa, fatta di flash back difficili, di salti narrativi improbabili quanto inutili, di personaggi sicuramente forti ma irrilevanti nell'economia generale del vicenda.

Alla fine restano solo i fatti salienti raccontati dal film che, ricomposti nella loro sequenza logica, rivelano comunque la grande capacità di Marchal di ideare delle belle crime-story, dove i poliziotti sono prima di tutto uomini capaci di sbagliare e dove anche il peggiore bastardo può avere la sua possibilità di redenzione.

Se questa pellicola non fosse stato seguita dalla bella prova di 36, probabilmente Marchal sarebbe stato l'ennesimo uomo di passaggio, destinato nemmeno al più flebile ricordo. Questo film sembra voler annunciare già dai titoli di testa il suo basso profilo generale ma allo stesso tempo vuole quasi invitare a prestare attenzione a questo ex poliziotto diventato cineasta e di confidare in lui, perchè non tradirà le aspettative di un filone che chiede da tempo degni eredi.
 

O. Marchal, Gangsters
con A. Parillaud, R. Anchonina - Francia 2002

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