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Chitarra ridefinita

di Armando Cereoli - 6/4/2008

Un bel signore australiano di 53 anni, alto, longilineo, un po' rubicondo in viso, capelli ben messi seppur leggermente ispidi. Ricorda un po' Tim Robbins, ma meno pacioccone; un lumino di follia accende i sui piccoli occhi, come da ogni grande artista ci si attende, e una carica di elegante simpatia lo accompagna.

Così si presenta Tommy Emmanuel sul palco, sobrio, rigorosamente


foto di A. Pellegrini

solo e autoconsistente. Imbraccia una chitarra acustica scorticata, dietro di lui niente e nessuno.

Quattro volte vincitore del premio per il miglior chitarrista d'Australia, è stato al servizio di questo o quello (Tina Turner, per dire un nome) ma fondamentalmente è stato sempre se stesso, orgogliosamente solista da quasi vent'anni.

Definirlo un grande chitarrista sarebbe limitativo.

La questione va vista da tutt'altra prospettiva. Tommy Emmanuel è un grande musicista che ha il dono di far suonare una chitarra non solo come una chitarra. Un'affermazione questa che in un'era in cui la tecnologia consente vette espressive inimmaginabili, potrebbe destare poco o nessun scalpore. Ma proprio per questo si parlava della sua essenzialità. Un uomo, le sue mani, una chitarra: difficile credere a ciò che si sente vedendo la combinazione di questi tre elementi in azione. Anche qui il luogo comune, l'epiteto stereotipato potrebbe venire in aiuto a descrivere l'effetto e al contempo finire per sminuirlo, perché la verità è che lo stesso occhio dell'osservatore, per quanto esperto, fa fatica a cogliere il nesso di causa ed effetto tra ciò che vede fare da quelle mani e ciò che esce dagli altoparlanti.

In una tipica esecuzione di Tommy Emmanuel si distinguono senza preclusioni una linea di basso, una base di accordi, la melodia fondamentale del brano, accenti percussivi ed effetti speciali. Non sono solo corde pizzicate, dunque, ma l'orchestrazione di tecnica (stra)ordinaria con tecniche minori, stratagemmi sorprendenti forse da lui stesso inventati, armonici, strappi, graffi, stoppature.

Laddove non arriva l'uomo entra l'arguzia dell'arrangiamento, sempre abbastanza intelligibile da portare per mano l'ascoltatore negli infinitesimali giochi di pause e dinamiche che rilanciano all'introspezione musicale di ciascuno il compito di completare ciò che manca.

Un poco di riverbero e di eco le uniche concessioni alla tecnologia, quel tanto che basta ad aggiungere una dimensione spaziale alla sua musica.

Il suo concerto di mercoledì 26 Marzo è stato l'ennesimo di una lunga serie di visite nella capitale che l'artista compie ormai da tempo con regolarità. Nonostante ciò la Stazione Birra (www.stazionebirra.it), piena all'inverosimile, lo ha salutato con il clamore del pubblico che attende l'evento da anni e lui come al solito

non ha deluso, dispensando la consueta dose massiccia di virtuosismo e istrionismo.

Il set ha visto la sapiente miscela di originals e cover cui il pubblico è abituato. Protagonisti immancabili delle sue scalette, i Beatles, una vera ossessione che lo accompagna da sempre; i suoi arrangiamenti di Michelle e Here comes the sun sono semplicemente sconcertanti. E poi i suoi grandi classici, come Guitar Boogie, circense ma trascinante, fino a chiudere con uno dei brani più appassionati della sua produzione: Angelina, dedicata alla figlia.

 

 

 

 

foto di A. Pellegrini

Rientri incontrollati in un impianto voci forse esageratamente alto hanno innescato qualche ululato di troppo negli altoparlanti, ma sono gli unici nei di una serata scontatamente esaltante.

Nasce spontanea una conclusione: Tommy Emmanuel non è solo un musicista, è un'esperienza, un passo necessario per chi non limita i propri ascolti all'inconsistente "po' di tutto" della MTV generation. Imbattersi in lui almeno una volta significa segnare una tappa nuova nel piccolo o grande percorso musicale che ciascuno compie, arricchendo le proprie vedute di una prospettiva completamente diversa.

 

Tommy Emmanuel live
Roma, 26 marzo 2008, Stazione Birra

discografia minima consigliata:
Midnight drive,
1997
Endless road
, 2005
The mystery, 2006

su internet:
Guitar boogie: http://www.youtube.com/watch?v=p-ylrDwCQj4
Angelina: http://www.youtube.com/watch?v=AhR04kmcSXU
Since we met: http://www.youtube.com/watch?v=JCFFKrfO9Z0

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