editoriali

 

Lasciamo cantare i bambini

di Ilaria Scala - 15/12/2006

Non capisco.

Si avvicina Natale e capisco sempre meno.

È di questi giorni la notizia che in una scuola materna di Bolzano alcune maestre hanno deciso di non far cantare ai bambini un canto natalizio su Gesù (esistono canti natalizi su altri argomenti?), per non offendere i bambini islamici.

“Scuola materna” vuol dire bambini dai 3 ai 5 anni.

“Offendere” vuol dire fare del male, ferire.

“Canto natalizio su Gesù” vuol dire raccontare in musica una storia di 2000 anni fa, che è alla base non solo della religione cristiana, ma anche della cultura di questo Paese, e che è il motivo profondo per cui il Grande Spettacolo del Natale viene messo in scena ogni anno.

Vogliamo i pandori e i panettoni, vogliamo le luci, i cappelli rossi, il pungitopo, le coccarde alla porta.

Vogliamo le palle di Natale, le bancarelle di piazza Navona e di S. Ambrogio, gli alberi addobbati per le vie e nelle nostre case.

Vogliamo le vetrine luccicanti, i supermercati impazziti, la pubblicità che ci insegue con l’ultima offerta di telefonini videocamere dvd computer ipod.

Vogliamo le ferie, lo spumante, il torrone, la tombola, il poker, settemmezzo mercante in fiera e baccarat (“Nnnnove!”). Vogliamo – chi ce l’ha – la tredicesima.

Ebbene, la notizia è che tutto questo si può avere perché è Natale. Non si può avere senza che sia Natale, non si può avere escludendo i canti natalizi e il ricordo di Gesù che è nato.

Ammettiamo che ci si possa non credere. Ammettiamo che chi non ci crede riesca ugualmente a farsi trascinare dall’entusiasmo, dall’euforia, dalla carica positiva che un baraccone così può, ancora, infondere nei cuori. Ammettiamo che non sia ipocrita dimenticare cosa c’è dietro il Natale, in fondo in fondo in fondo, ma voler ugualmente approfittare del Grande Spettacolo tutt’intorno.

Ma per favore, lasciamo cantare i bambini!

Se i bambini non possono cantare un canto natalizio, perché mai i grandi potrebbero impacchettare pellicce, fare la fila ai grandi magazzini, attaccare luci e festoni? Se ci sono popoli e paesi che possono essere “offesi” da tutto ciò, ebbene, allora niente. Niente canti, niente simboli religiosi, niente presepi, ma anche niente christmas card con gli sms gratuiti, niente Totti e Gattuso con il cappello rosso, niente Babbi Natale portatori di decoder Sky.

Ci state? Per non offendere i bambini islamici, l’anno prossimo niente Natale.

Io non capisco, perché per me la tolleranza è un’altra cosa. La tolleranza è capirsi, rispettarsi, imparare gli uni dagli altri. La tolleranza è conoscere ciò che di buono hanno le rispettive culture, raccontarselo, magari per migliorarsi a vicenda.

Io non capisco, perché sogno un mondo in cui tutti i bambini possano cantare tutti i canti che vogliono, senza aver paura di cosa penseranno i grandi.

La verità sapete qual è?, è che quelle maestre ci hanno provato, a trovare una soluzione diversa, che poteva essere semplicemente quella di far cantare solo i bambini cristiani e far tacere – rispettosamente – tutti gli altri. Ma non ci sono riuscite. Certo, non ci sono riuscite per niente. Perché non è facile impedire a un bambino di cantare.

 

Tutti gli editoriali