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Moderiamo il gergo

di Lucia Falzari - 7/4/2006

Potere di Shengen? Non credo proprio, ma sta di fatto che ultimamente si è sdoganato di tutto. Anche nel linguaggio corrente. Scorrente. Scurrente. Scurrile. Ecco, lungi dal voler fare del falso perbenismo, ma il fatto - disdicevole - che un Primo Ministro appelli con un epiteto così poco carino gli eventuali elettori della sua opposta fazione politica è stata l'ennesima prova del fondo del barile. Barile a cui hanno attinto tutti a piene mani: i politici diciamo che sono stati decisamente in pole position per via della potentissima (ahinoi) copertura mediatica.

La sana, fantasiosa e coloratissima cartellonistica elettorale una volta appassionava e infervorava gli scontri, ma era anche sintomo di una vivacità, di una ricerca a volte ingenua, in molti casi ancora sufficientemente genuina. Ecco, della genuinità di un tempo ora possiamo dire che non c'è rimasto più niente. Il caro buon vecchio maiale di campagna che era la politica ora è finito e di quello, come si dice, non si butta via niente... e niente è rimasto nemmeno a nutrire qualcheduna delle menti dei candidati, che si sono via via trasformati in coprofagi e, di conseguenza, si sono abituati a trovare gradevole certo sapore. Che a me onestamente fa un po' schifo.

Agli epiteti correnti preferisco degli insulti vecchio stampo, che oggi non farebbero più ingrossare le vene del collo a nessuno. Per esempio direi che mi sembrano tutti un po' cialtroni. Ma nessuno di loro si offenderebbe, giacché l'arroganza e la supponenza paiono ormai il minimo sindacale per poter essere eletti a Senato o Camera. Potrei dire che sono dei villani, ma la cavalleria - a dispetto dei titoli - non sanno cosa sia. Potrei, potremmo dire tante cose, ma nessuno dei nostri appellativi credo verrebbe compreso da questo ammasso di pecoroni (con rispetto per gli ovini), di caimani (con tutto il rispetto per i rettili... a proposito, vorrei sapere se Moretti per caso non ha mai posseduto dei mocassini di coccodrillo: farebbe ancora più radical-chic-demodè-studiato).

Non ce la faccio a essere interessata ancora a chi otterrà la maggioranza con il voto di questo weekend, sono soltanto felice che sia arrivato perché finalmente forse - e sottolineo il "forse" - riusciremo a stare un po' più in pace. Non faccio parte del cosiddetto partito degli indecisi, so benissimo quali siano le mie idee, ed anzi credo di averle molto più chiare di tutti quegli "avulsi" (ho letto questa definizione che è stata loro applicata e m'è garbata). Proprio per questo non credo che alcuno di loro abbia la dignità per meritare il mio voto.

P.S. Uno dei due candidati ha paventato l'ipotesi di tornare alle urne in caso di "pareggio". Piuttosto che una copertura mediatica, in tal caso, propongo una copertura medianica: io e tanti come me, a dover affrontare un'altra campagna elettorale come questa, preferiremmo ammazzarci!

 

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