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SI può?

di Alessandro Borgogno - 25/5/2005

Io per i quattro referendum del 12 Giugno le quattro risposte le ho.

Però a questo proposito mi vengono un sacco di domande.

Per esempio:

Si può vietare qualcosa che in natura può accadere normalmente?

Si può considerare un “progetto di vita” l’unione di due cellule prima che sia “impiantata” nell’ambiente che solo può davvero farlo diventare un “progetto di vita” e senza il quale è destinata a rimanere l’unione temporanea di due cellule che non daranno vita a nulla?

Si può vietare di fare una diagnosi su questa unione di cellule per capire se svilupperanno malattie terribili e perciò costringere l’impianto nell’utero di una donna e solo allora permetterne la diagnosi e in caso positivo (cioè negativo) permetterne anche la soppressione?

Si può considerare individuo l’unione di due cellule prima ancora che la natura abbia deciso se quell’unione darà luogo a uno, oppure due, oppure tre o quattro individui?

(Eh Si! Perché una delle tante cose che nessuno dice è che la logica ferrea di questa attribuzione di dignità individuale all’embrione si infrange di fronte alla bizzarria naturale dei gemelli omozigoti. Ed è proprio questa stessa logica che ricicla in chiave moderna e anti-tecnologica la stessa logica che portava a sospettare che forme bizzarre come i gemelli identici fossero prodotti del demonio e non di dio).

E poi:

Si può considerare uno dei massimi atti d’amore l’adozione, cioè accogliere e crescere un figlio con un corredo genetico diverso al 100% da quello dei genitori adottivi, e considerare al tempo stesso un reato accoglierne e crescerne uno che di diverso ne ha solo il 50%?

Si può accettare che anziché aumentare le dovute responsabilità di medici e scienziati li si sottragga a qualsiasi impegno e a qualsiasi rispetto di deontologia professionale semplicemente vietando ciò che invece potrebbe e dovrebbe essere oggetto di valutazioni specifiche, difficili, complesse ma dovute?

Si può accettare una legge che qualunque cosa accada dal momento della decisione al momento dell’unione effettiva delle due cellule letteralmente “costringa” la donna ad impiantare nel suo utero l’embrione?

Si può affidare ad un numero arbitrario la possibilità di avere o non avere un figlio? (Ma che vuol dire tre embrioni? Numero perfetto? La trinità? Perché non due e non quattro?)

Si può accettare di lasciar passare una logica politica che nel caso di una vittoria, non dei No ma anche solo dell’astensione, avrà come inevitabile passo successivo la messa in discussione della legge sull’aborto?

E spostandosi dal merito dei quesiti agli aspetti istituzionali:

Si può accettare che un governo ci mandi gli sms per mandarci a votare alle Europee e non dica una parola per mandarci a votare ad un referendum?

Si può accettare che non solo politici, ma anche cariche istituzionali, ammettano e addirittura promuovano l’astensione dal voto come arma di battaglia politica?

Si può accettare di sentirsi dire “non si vota sulla vita” da gente che prima ha votato e vietato sulla stessa vita e poi predica agli altri di astenersi e fregarsene?

Si può accettare che pur di raggiungere l’obiettivo di lasciare la legge così com’è e di non mettere in discussioni tematiche così complesse e profonde si scelga e addirittura ci si vanti di sommare i propri non-voti a quelli di chi va al mare, di chi se ne frega, di chi è malato e di chi è morto?

Si può accettare che uno dei pochi diritti-doveri che ancora riesce a dare un senso al concetto stesso di diritto-dovere venga buttato nella spazzatura pur di non discutere di questi argomenti?

Si può accettare che da quando è stato usato lo strumento dell’astensione al posto del No non ci sia più stato un referendum valido?

Si può accettare una logica che se fosse stata adottata sessant’anni fa nel primo vero referendum della nostra storia ci avrebbe lasciato in mano ai Savoia e alla Monarchia?

La risposta è No.

Le risposte sono quattro Si.

 

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