editoriali

 

Faccioni elettorali

di Francesca Lozito - 6/3/2005

Un vecchio signore sta seduto su un seggiolino del bus. Si affaccia al finestrino e legge ad alta voce le parole che stanno scritte sul manifesto elettorale: “Il riminese che combatte per il bene di tutti”. Finisce la lettura, alza le spalle e si gira dall’altra parte.

Non si tratta della pubblicità di un novello marines, ma di uno dei tanti candidati alle prossime consultazioni regionali. Destra o sinistra non importa, l’imperativo è colpire e stupire, ridestare l’elettore insonnolito dal torpore mediatico. Lo spot costa di più e dal manifesto non ci si può esimere. Sono lontani i tempi del terrore rosso che insegue lo scudo crociato, ma la fantasia sembra sepolta da allora. A meno che non succedano strane coincidenze (involontarie?): il manifesto di uno dei due candidati a presidente della regione è comparso a fianco di quello del musical di Pinocchio.

Ancora due flash: un altro candidato, dopo aver fatto affiggere per mesi la sua sagoma con il punto interrogativo, negli ultimi giorni è apparso e si è autodefinito “Anticomunista da sempre, coerente per sempre”.

C’è chi poi preferisce utilizzare soprattutto il proprio faccione, debitamente allargato a effetto grandangolo per dare un’immagine di sé più affabile di quella effettiva. Il simbolo, in un angolo.

Ma l’apoteosi l’ha raggiunta un candidato che di mestiere fa il medico: qualche giorno fa ho visto passare una macchina sandwich con la sua faccia in un angolo ed uno slogan che inneggiava alla salute. Si, sa, quella viene prima di tutto. Ma lo scranno in consiglio, ammesso che lo riesca a conquistare, se lo porterà nello studio medico?

 

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