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Il ritorno della Sacerdotessa

di Lucia Falzari - 21/11/2007

"Behind a great man there has to be a great woman"... e questo Annie Lennox lo cantava già, con Aretha Franklyn, in "Sisters (are doin'it for themselves)". Che degli Eurythmics lei fosse la parte forte si era capito (nemmeno il buon lavoro di Peace sarebbe arrivato, senza una sua decisione), e tutti i lavori che si sono succeduti nel tempo, dal perfetto esordio solista di Diva in poi, hanno solo visto crescere ed evidenziare ulteriormente la raffinatezza di Annie Lennox, che si è levata molte soddisfazioni, incluso un premio Oscar per la migliore canzone nel 2004 con "Into the West", da Il Signore degli Anelli - Il ritorno dei re.

Non sarà certo lo spirito d'avventura la cifra caratteristica di Songs of mass destruction: ci riporta alcune sonorità che la Lennox non ha evidentemente mai rinnegato (e del resto non si vedrebbe perché!), come il synth all'inizio di "Coloured bedspread" che ci ha ricordato i tempi di 1984, o "Dark road", il brano con cui questo lavoro è stato lanciato, che fa chiaramente capo ai suoni di Bare. All'ascolto però si nota subito che è come se avesse voluto ridarsi un punto di partenza immediato, un po' come se avesse ripreso alcuni discorsi lasciati interrotti per riprenderli e portarli a compimento.

Insomma, si scivola nell'eleganza fra pezzi più ritmati e ballate godibilissime.

"Canzoni di distruzione di massa" è sicuramente un ironico richiamo a una politica bellica da cui la Lennox si è sempre apertamente distaccata, ma si schiude su un lavoro non polemico, non di attacco, anzi forse vuole essere proprio più rassicurante e confortante a dispetto delle incertezze cui le guerre ci pongono davanti. Un modo molto elegante di agire attraverso la musica: denuncia raffinata e azione attraverso il potere fisico (nel senso proprio di onde sonore) della musica.

Tra le soddisfazioni di cui parlavamo troviamo anche una piccola curiosità: al cospetto di Annie Lennox è arrivata anche lady Madonna a coronare un coro di voci femminili più che illustri, meritevoli di essere citate dalla prima all'ultima perché riunite in un progetto di campagna anti-HIV che si chiama proprio SING, come il pezzo in questione: Dido, Sugarbabes, Angelique Kidjo, Anastacia, Beth Gibbons e Beth Gordon, KT Tunstall, Sarah McLachlan, Shakira, Bonnie Raitt, Beverly Knight, Celine Dion, Shingai Shoniwa, Melissa Etheridge, Pink, Martha Wainright, Fergie, Faith Hill, Isobel Campbell e Gladys Knight.
 

A. Lennox, Songs of mass destruction
RCA 2007

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