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In memoria di Andrea Parodi di Armando Cereoli - 24/10/2006 Apprendo della morte di Andrea Parodi, voce storica dei Tazenda, quasi per caso. Confesso di averlo perso di vista da tempo, un po' come anni fa persi di vista un nastro su cui era inciso un loro strepitoso concerto registrato da qualche parte in Sardegna. Andrea è stato un artista a parte, determinato nelle scelte e coraggioso nell'affrontare la vita. Scopertosi gravemente malato, ha vissuto sino all'ultimo per cantare, grato al suo tragico destino per avergli risparmiato l'oltraggio di un'operazione che, nell'incertezza del risultato, avrebbe estirpato definitivamente la sua bellissima voce. Scrivo queste poche righe mentre ascolto da Youtube le note di Mamoiada (http://www.youtube.com/watch?v=TGJ_awI28sI), una delle più belle canzoni che i tre sardi abbiano composto, una miscela sorprendente di rock adulto e sonorità etno dall'incedere roccioso e al contempo sensuale. La voce di Andrea si libra con la leggerezza del volo di un gabbiano ed io non posso fare a meno di rattristarmi. Mi piace ricordarlo giovanissimo, quando con i Tazenda presentò per la prima volta al grande pubblico il rock contaminato dalla tradizione sarda; era il tempo in cui non avevano ancora inventato i reality e in tv c'era un Pippo Baudo che si era messo in testa di dare spazio ai giovani artisti emergenti. La canzone si intitolava Carrasecare, che in sardo significa Carnevale. Alcuni versi dicono più o meno così: Dio esci di casa Ciao Andrea.
A. Parodi. Discografia consigliata: |