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Musica d'arredamento

di Lucia Falzari - 16/12/2005

Pensando alla musica del nostro Continente a cavallo tra l'Otto e il Novecento sicuramente le prime note che si richiamano sono quelle di un impressionismo musicale come quello di Claude Debussy, che così bene riuscì a traghettare la vecchia Europa fuori dai fasti wagneriani.

Personalmente, però, preferisco un altro Maestro, sicuramente uno tra i più grandi, nella sua immensa filosofia di discrezione: Eric Satie. Massimo Mila, in un suo celebre saggio, lo definì uno "strano tipo di Socrate musicale". Satie è decisamente votato all'essenziale, a "le dépouillement", la spoliazione della musica.

Sorrido e penso ad un carissimo amico musicista che - riferendosi però alla musica barocca - sosteneva: "Troppe note! Decisamente troppe note!"; un seguace di Satie, nonostante si occupassero di strumenti differenti, e il pianoforte per Satie è stato il mezzo principe attraverso cui allontanare ogni forma di retorica.

Non voglio "liquidare" così una recensione, ma proprio in onore a questa forma di minimalismo (parola abusata), vorrei limitarmi a consigliarne un saggio ascolto; munitevi della dovuta ironia, ché con la Musica Satie gioca, scherza, medita...

Buon ascolto.

 

Oeuvres pour piano di Aldo Ciccolini, Emi Classics
The magic of Satie di Jean-Yves Thibaudet, Decca 2002

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