dischi

 

Un'orchestra che parla esperanto

di Francesca Lozito - 10/1/2005

C'era una volta un uomo che di mestiere faceva il musicista. Piccolo di statura, capelli ricci e occhi intelligenti. Un giorno si affaccia alla finestra di casa sua in piazza Vittorio a Roma e si accorge che quel mondo popolato da gente di ogni colore poteva diventare un'orchestra. Grande, con la sezione fiati, quella percussioni, con i solisti e qualche cantante. L'uomo, che si chiama Mario Tronco ed è il pianista degli Avion Travel, naturalmente ha scelto di dirigere questa truppa di una ventina di elementi, che per comprendersi a vicenda parla una sorta di moderno esperanto, di cui presto vorrebbero pubblicare un vocabolario.

La favola dell'Orchestra di Piazza Vittorio è stata impressa a futura memoria in un cd, pubblicato nel 2004. E' un flusso di musiche fatte di rielaborazioni di diversi paesi (l'India, l'Africa, l'America latina) e melodie originali. Un flusso, perché questa Orchestra (che come tutti i fortunati esperimenti di integrazione che non nascono con questo imperativo, non crea ghetti – e per questo tra i musicisti ci sono anche degli italiani) dal vivo come nel cd è capace di non darsi tregua e di non darla allo spettatore. Mario Tronco sgambetta tra i vari componenti, più che per dirigerli per incitarli e dà agli occhi dello spettatore l'impressione di essere un direttore d'orchestra danzante.

Se vi capita di andarli a sentire tenete d'occhio il percussionista indiano: ha le mani di amianto.

Forse Mario e la sua banda non si sono posti il problema, ma è lecito chiedersi quanto durerà questo miracolo accaduto a piazza Vittorio, se alcuni dei musicisti diventeranno solisti, se altri andranno a fare i componenti di gruppi musicali italiani o andranno a comporre la band di qualche fortunato cantante. Per ora basta e avanza godersi questo progetto che di sicuro continuerà a stupire.

 

Orchestra di Piazza Vittorio, album omonimo
Apollo 11, Edizioni musicali Musicacé, 2004

Tutti i dischi