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Mentre l’angelo di dio bestemmiava facendo sforzi di petto di Beppe Giuliano - 6/3/2012 Ero ragazzino. Appena tornato a casa dall’ospedale. Era
capodanno, e guardavo la tv. Arbore annunciò il collegamento con Dalla che, da
uno studio televisivo parecchio bulgaro, presentò in anteprima L’anno che verrà. Dalla suonava il
clarino, e io smisi di piangere. Quel Lucio Dalla lì era già il terzo (della sua carriera,
ovviamente). C’era stato il primo, quello che andava a Sanremo, e cantava
canzoni memorabili: 4 marzo 1943 (la
sua data di nascita), Piazza grande. Poi il secondo: era un musicista sperimentale, molto a sinistra
(allora era praticamente obbligatorio), che musicava i testi del poeta Roberto
Roversi. La collaborazione finì (come andava all’epoca per motivazioni
“ideologiche”) con il disco ‘Automobili’. Quello, per capirci, con l’epica Nuvolari. Il terzo fece dischi molto belli (ma davvero belli, eh, non lo
si scrive “da morto”), che ebbero un successo commerciale enorme: una svolta
commerciale alla Battiato, per dire (prima di Battiato). Da Come è profondo il mare ai due con il
suo nome, e in copertina lui col berretto blu di lana e gli occhiali tondi,
per quel periodo il suo marchio di fabbrica. Quelli che vennero dopo... bè, non voglio dire che fossero
successivi personaggi di una carriera in declino: Caruso sta nel juke-box delle canzoni italiane immortali, Attenti al lupo per un certo periodo
l’abbiamo canticchiata tutti. Però, però. In tutto questo, Lucio Dalla - gran musicista, ricordiamocelo -
ha fatto altre due cose notevoli. Ha scritto testi in cui le diceva “chiare e
forti”. Così, e tanto bene, solo lui. Come scrivono su twitter:
“E comunque una roba come Disperato Erotico Stomp
non solo non è mai stata più scritta, ma nemmeno pensata, immaginata,
vagheggiata”. E ha dato più di una mano a un bel po’ di colleghi: De Gregori
riportato sul palco da cui era stato vigliaccamente cacciato, Morandi quando
giocava nelle vecchie glorie, Ron che si era
ritirato ragazzino, gli Stadio, Bersani (il cantante)... Lucio Dalla è morto in Svizzera, a Montreux, pochi giorni prima
di compiere 69 anni, durante una turné, di infarto. “Mentre l’angelo di dio bestemmiava
facendo sforzi di petto”, insomma. Ora tutti diranno di tutto di più, su di lui. Tutti avranno un
ricordo da condividere. L’ho appena fatto anche io. Che la terra gli sia lieve. Spero che in vita se la sia goduta.
Dava l’impressione di sì. Ah, p.s. La sua canzone in assoluto più bella, per me, è ‘Cosa sarà’.
Lucio Dalla, 1° marzo 2012 |